E’ una agonia lenta, inarrestabile, quella che il Molise sta vivendo ormai da anni: lo spopolamento. Il calo demografico continua a svuotare le nostre città, i piccoli centri, i borghi, sempre più silenziosi. La fotografia scattata dall’Istat, aggiornata al 31 luglio scorso è impietosa: da gennaio ad oggi si sono persi altri duemila residenti. Altre duemila persone che hanno abbandonato la nostra regione. Sono dati provvisori, in attesa di conferme ufficiali che tuttavia danno il senso della gravità della situazione. Una terra, il Molise, che malgrado i proclami delle classi politiche che negli anni si sono succedute e gli sforzi messi in campo per arginare la fuga verso altre regioni se non addirittura verso l’estero, continua a perdere abitanti. I residenti, al primo gennaio 2021 erano 296.547. Pochi mesi dopo, a fine luglio, sono scesi a 294. 508. Un saldo di negativo di poco più di duemila unità. In particolare, a febbraio si sono persi 400 residenti, a marzo 377, ad aprile 311. E se la tendenza non dovesse cambiare, se il trend resterà questo, si prevede che per fine anno la popolazione molisana scenderà sotto quota 293 mila. Dati da brivido che testimoniano il crollo verticale partito, in maniera marcata, intorno agli anni Novanta. Nel 1992, infatti, i residenti in Molise erano 330 mila. Da allora fino ad oggi si sono persi 335 mila abitanti. E’ come se una città come Termoli venisse cancellata. Un problema, quello dello spopolamento, che parte dunque da lontano e che, in prospettiva, delinea un quadro allarmante per il futuro. Entro i prossimi venti anni assisteremo ad una vera e propria desertificazione sociale oltre che economica. In Molise resteranno solo gli anziani, con i giovani costretti ad abbandonare la propria terra. Spetta dunque a chi governa, a livello locale, oltre che centrale, mettere in campo tutte le misure necessarie ad arginare la fuga. In caso contrario del Molise, presto, resterà ben poco.