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venerdì, Aprile 19, 2024

Le “Pzziglare Isernine” a San Giovanni Rotondo con l’arte del tombolo

AttualitàLe "Pzziglare Isernine" a San Giovanni Rotondo con l'arte del tombolo

L’arte del tombolo Isernino si presta a varcare il confine Molisano e mostrarsi in tutta la sua bellezza in quel di San Giovanni Rotondo.

Grazie alla collaborazione sinergica tra entità delle due regioni, Molise e Puglia, il 24 luglio prossimo, a partire dalle ore 10,00 , il sacrato della Nuova Chiesa Madre dedicata al Santo di Pietrelcina, San Pio, verrà invaso da circa trenta “ pzzgliare “, lavoratrici artigiane del tombolo che inizieranno a raffigurare il volto del Santo che verrà poi, il 23 settembre 2021, ricorrenza storica della dipartita del Santo, omaggiato ai Frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo che hanno permesso tale presenza in quel della Città.

Il tombolo di Isernia è il merletto a tombolo tipico della città di Isernia (“‘re tummarieglie” in dialetto isernino), lavorato a fuselli. Rientra nella categoria dei merletti a fili continui.

“Esso rappresenta una delle principali attività artigianali del capoluogo. Isernia è definita la città dei merletti. Ancora oggi, è possibile ascoltare ed ammirare le donne alla lavorazione del tombolo nelle stradine del centro storico, soprattutto nelle ore pomeridiane della stagione estiva. Una forte connotazione di costume ed una forte conservazione di una tradizione che vide la sua introduzione nella città e la sua la diffusione , già dal XIV secolo, ad opera di suore spagnole che alloggiavano nei monasteri di Santa Maria delle Monache e di Santa Chiara. Persino la regina Giovanna III d’Aragona amava molto questo tipo di merletti, tanto che, durante il suo soggiorno nella città apprese la lavorazione da maestre locali.Il tombolo isernino rispetto agli altri si distingue , oltre per la finissima fattura, per un tipo di filo prodotto in zona di colore avorio, che rende tutto il lavoro luminoso ed elegante. Col passare del tempo, il tombolo viene lavorato sempre meno in maniera artigianale e sempre più in maniera industriale. All’uopo l’Associazione “ L’arte nelle mani – Il Tombolo di Isernia “, ha intrapreso un percorso di riappropriazione della tradizione più vera ed in tal senso, propone in Isernia, in Molise ed al di fuori da esso, dimostrazioni ed insegnamento, tanto che la lavorazione è anche materia d’insegnamento presso il blasonato Istituto Artistico della città. Tale arte è candidata al riconoscimento UNESCO ed è già alla fase intermedia con la pratica istruita presso la struttura del competente Ministero. La missione dell’Associazione Isernina è quello di contribuire alla conoscenza e soprattutto quello di costruire un percorso con altre entità non molisane al fine costituire una vera e propria rete, parallela e non sostitutiva ma partecipativa ed aggregativa, con la rete amministrativa proposta dai comuni tra cui il Comune di Isernia che con il suo sindaco Giacomo D’Apollonio, mai ha fatto mancare ogni tipo di supporto per il raggiungimento di tali nobili scopi. L’attenzione è alta, sia quella popolare che quella politica e questo favorisce senza dubbio scopi nobili e rapporti. San Giovanni Rotondo è una ulteriore tappa importante per aggregare anime dall’ identitario comune. Grazie alla collaborazione di Borghi d’Eccellenza, del Consorzio pugliese Gargano Slow, con sede in San Giovanni Rotondo, dei Frati Cappuccini, del Parco del Gargano, presto si avrà l’occasione di una partecipazione attiva alla proposizione di una associazione Nazionale del Merletto, di specie delle lavoratrici ed artigiane del Tombolo. Questo per arginare la mancanza di sistema di rete tra le “ merlettaie “ ed aprire nuovi spazi e nuove iniziative, non più localistiche ma nazionali ed internazionali. All’uopo, le merlettaie molisane saranno accompagnate dagli amici pugliesi di San Giovanni Rotondo e del circondario. Indispensabile la vicinanza delle Amministrazioni Comunali che a partire da Isernia, stanno svolgendo un lavoro egregio, non ultima la consegna di un percorso del tombolo in Isernia con l’identificazione strutturale e la consegna di una sede. Riappropriarsi dell’identità del passato per dichiarare guerra all’atavica inerzia che assale il più delle amministrazioni, e non ci permette di goder di ciò che ci ha reso liberi e decisamente primi al mondo per arte, cultura, storia e tradizione. Presenti media locali e nazionali.”

 

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