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martedì, Aprile 23, 2024

Il vecchio che si rinnova?

EditorialiIl vecchio che si rinnova?

di Paolo Frascatore

La vicenda dei cattolici impegnati in politica ha sempre assunto facce e connotazioni diverse: cattolici democratici e cattolici liberali (un tempo uniti sotto il simbolo di mamma DC) oggi tornano a dialogare per occupare (o sfruttare) uno spazio politico di centro che gli altri partiti di centrodestra e di centrosinistra non riescono ad occupare.

Paolo Frascatore

Il problema è venuto fuori nella giornata di ieri, 18 giugno, al convegno on line di Insieme (il nuovo Partito di Stefano Zamagni) che vorrebbe riannodare le fila di una proposta cattolico-democratica nell’attuale panorama politico italiano.

All’inizio, non nascondo una sorta di attrazione verso questa nuova prospettiva politica dei cattolici. Ma, come sempre, occorre fare i conti con i programmi, con le iniziative politiche credibili, con quel senso della politica come missione e come riscatto dei più deboli che provengono dalla ispirazione religiosa.

Ebbene, al di là della iniziativa lodevole dal punto di vista organizzativo, mi è sembrato assistere ad una sorta di revival democristiano che è ormai fuori dalla storia e dalle prospettive di questo nuovo Millennio.

Il problema appare sostanziale e di fondo e riguarda la diversa collocazione politica che hanno assunto i cattolici in ambito politico all’indomani della caduta del muro di Berlino e della fine del comunismo cosiddetto reale.

Probabilmente non si è ancora capito che quegli eventi hanno determinato un nuovo corso della storia (anche politica) che va interpretato e, quindi, indirizzato verso nuove forme, ma soprattutto verso nuove organizzazioni politiche (soprattutto riferite al cattolicesimo democratico).

Vivere del passato, vivere di una sorta di nostalgia, significa essere vecchi e di non saper rapportarsi con le esigenze delle nuove generazioni.

I sintomi di questa vetustà si colgono sia nella lettera inviata da Ettore Bonalberti ai partecipanti al convegno, sia dalle dichiarazioni poco felici del coordinatore regionale del Molise di Insieme, allorquando sostiene, con un riferimento calcistico, “che lo sport non si fa sugli spalti, ma in campo”. Sarebbe a dire che contano solo ed esclusivamente le lobby, le oligarchie di partito decise da Roma, i pacchetti di tessere di democristiana memoria, i rappresentanti nelle istituzioni e che il popolo è lasciato sempre ai margini.

Su queste linee è difficile immaginare una nuova presenza politica dei cattolici democratici. È troppo forte, e troppo interessata, la pretesa di dover tornare ad ogni costo di vecchi personaggi che hanno distrutto questa Regione per la propria incapacità di programmare, per quel chiaro ma non condivisibile fenomeno di usare lo scranno regionale ed assessorile a fini politici personali.

Il nuovo movimento di Zamagni, Insieme, non è altro che il prodotto di questo ritorno al vecchio, di un rinnovamento di facciata che nasconde le velleità di una certa parte di vecchia classe dirigente democristiana che ha usato un Partito e i suoi ideali per arrivismi personali che la società attuale, per fortuna, sa riconoscere e denunciare.

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