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giovedì, Maggio 2, 2024

Fondo della classifica per il Molise nei Livelli Minimi di Assistenza sanitaria

AttualitàFondo della classifica per il Molise nei Livelli Minimi di Assistenza sanitaria

Nonostante i commissariamenti del governo centrale e i soldi spesi per pagare gente che viene nella nostra regione per aggiustare le cose, ma che le finisce di rovinare, la sanità molisana continua ad andare sempre peggio. Infatti il Molise guadagna il fondo della classifica per i Livelli Essenziali di Assistenza della sanità. I dati sono stati pubblicati dal Ministero della Salute nella classifica in cui rientrano tutte le regioni di Italia e sono relativi al 2019. Il punteggio del Molise crolla nuovamente e si tratta dell’unica regione, assieme alla Calabria, ad avere un risultato così negativo, tanto da dimostrare che ai molisani non sono garantite le cure minime. Nel 2013 il Molise era già sotto il limite, con un punteggio di 140 su 160 che è il minimo. Poi una lenta risalita e nel 2018 si arriva a 180, il che significava che i Lea tre anni fa erano garantiti. Ora questo nuovo crollo, con i dati 2019 che sono scesi a 150, già prima del Covid e nell’anno in cui la sanità molisana è stata governata dai commissari esterni Giustini e Grossi. La tabella ministeriale parla chiaro: nel 2013, 140 punti, l’uscita dal fondo classifica nel 2016 con 164 punti, fino ai 180 nel 2018 e adesso questo nuovo crollo. In base all’indicatore complessivo, che riassume in modo aggregato lo stato di adempienza nei vari livelli di assistenza, si collocano oltre la soglia minima di 160 cinque regioni in Piano di rientro: al di sopra di 200 Abruzzo e Lazio, 193 la Puglia, stazionarie Campania a 168 e Sicilia a 173. In netto peggioramento la qualità dei servizi resi in Calabria e in Molise che, con un punteggio pari a 125 e 146, risultano inadempienti secondo la “Griglia”dei Lea. Ovvero tradotto in parole semplici ai molisani la sanità pubblica non assicura i livelli minimi di assistenza garantiti dalla Costituzione. Il loro destino è segnato, per curarsi adeguatamente, fatte le dovute eccezioni, grazie a quei medici-eroi che ancora resistono, i molisani devono andarsene fuori regione. Il bello è che quei soldi che si spendono per farsi curare in altre regioni li deve comunque tirare fuori il Molise aggravando ulteriormente il suo deficit. Finora la politica dei tagli praticata dai commissari è servita solo a peggiorare lo stato della sanità pubblica molisana, contribuendo a mandare fuori regione i malati. Mantenendo aperti i reparti, invece, i commissari avrebbero contribuito non solo a incrementare i Lea, ma anche gli incassi perchè in Molise sarrebero venuti a farsi curare i pazienti delle altre regioni.

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