Un incarico durato 2 mesi. Dal prossimo 31 maggio, Giovanni Serafini non sarà più direttore sanitario del San Timoteo, si è dimesso. Una lettera inviata ai vertici dell’Asrem, senza spazio a interpretazioni.
“La difficoltà di reggere due unità operative, peraltro senza aver avuto quell’aiuto che fin dal primo momento mi era stato promesso, è diventata insopportabile. I problemi continui dell’ospedale, la cui soluzione non riesco ad ottenere, la sensazione di un agitarmi inutilmente e senza risultato, diventando a poco a poco corresponsabile della situazione, mi rendono insostenibile questo ruolo, che mi ha allontanato dal lavoro per il quale sono qualificato e che ho praticato negli ultimi 36 anni.
Serafini scrive nero su bianco, si è sentito alla guida di un’auto senza poter sapere dove sta andando e come ci si vuole andare. “Tutto ciò probabilmente deriva – ha scritto – dalla mia mancanza di preparazione specifica, dal mio errato atteggiamento che nasce dalla abitudine clinica di chi, di fronte un problema, lo analizza e cerca di trovare il prima possibile le modalità di risolverlo. Invece questo ospedale mi chiede di affrontare problemi cronicizzati, ma ogni soluzione proposta o viene ignorata o contestata”.
Serafini, rivolgendosi ai vertici Asrem, è diretto, avrebbero sbagliato persona nella scelta dell’incarico: si definisce più un rappresentante e un promotore dell’esigenze dell’ospedale verso gli organi di governo, che un funzionario intermedio che trasmette le decisioni.