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martedì, Luglio 15, 2025

Isernia, festa del Patrono: esposizione di abiti e celebrazioni liturgiche

AttualitàIsernia, festa del Patrono: esposizione di abiti e celebrazioni liturgiche

Scuole e uffici chiusi a Isernia, non per il covid questa volta ma per la festa del Santo Patrono Celestino V, nato nel 1215 a Isernia da una famiglia di contadini. La chiesa de ‘ru Sandone’, come lo chiamano affettuosamente gli isernini, dalle prime ore del mattino è di solito meta di pellegrinaggio, con i fedeli, non solo del posto, che vanno a rendergli omaggio prima della processione. Ma anche per quest’anno, causa pandemia, si dovrà rinunciare alla tradizionale fiera, alla processione, e a tutti gli eventi organizzati dal comitato festa e dal comune. Compresa la rievocazione storica dell’arrivo di Papa Celestino V a Isernia nel 1294, che ebbe due anni fa un grandissimo successo, con una rappresentazione teatrale tra le strade del centro storico.

Una selezione di costumi utilizzati durante la rievocazione, oggi, su disposizione dell’Assessore Eugenio Kaniasky sarà esposta al pubblico e ai fedeli nella navata di sinistra della Cattedrale di San Pietro Apostolo.

Quest’anno il calo dei contagi ha consentito ai fedeli di seguire con meno restrizioni le celebrazioni eucaristiche durante la mattinata con il busto del Santo esposto nella Chiesa di San Pietro Celestino, nel cuore del Centro Storico di Isernia. Nel pomeriggio invece il Patrono è spostato nella Cattedrale per la funzione religiosa presieduta dal Vescovo Mons Camillo Cibotti.

Molte le storie controverse legate al Santo: la questione più discussa, il luogo di nascita, conteso con il comune di Sant Angelo Limosano; e come se non bastasse anche una leggenda sul busto di San Pietro Celestino che pare non raffiguri il papa ‘del gran rifiuto’, ma il suo acerrimo nemico: Bonifacio VIII. Secondo uno studio del demologo locale Mauro Gioielli in realtà il simulacro del santo che si venera a Isernia si ispira a una incisione che ritrae Pietro Morrone.

Storie e leggende che danno al Santo la sua particolarità, e che a cui Isernia non rinuncia.

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