Non è proprio un liberi tutti, ma è un passo importante verso il ritorno alla tanto desiderata libertà. La zona bianca per il Molise è a un passo e insieme alla Sardegna e al Friuli, al momento, è tra le regioni candidate a diventarlo a partire dal primo di giugno.
“E’ un traguardo che la nostra comunità merita – ha dichiarato il governatore Toma – ed è frutto di responsabilità e serietà”.
Passano in zona bianca le regioni che hanno un incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti per un periodo di almeno tre settimane consecutive e l’indice rt inferiore a uno. Per il primo dato il Molise ha già l’incidenza più bassa d’Italia. L’ultima registrata lo scorso venerdì è di 41.6. L’indice Rt, invece, è al momento 1,08, ma con una propensione, dicono i tecnici, verso il basso.
In sostanza, ci avviamo verso misure molto meno restrittive., Ma cosa cambia rispetto alla zona gialla.
Intanto, in zona bianca non esiste più il coprifuoco tra le 22 e le 5 del mattino successivo. Questo non vuol dire che chi entra in zona bianca elimina il coprifuoco e riapre automaticamente palestre, locali, discoteche, ma che può decidere in autonomia di allentare le misure e riaprire le attività chiuse senza sottostare alla normativa prevista per le altre fasce di colore I ristoranti possono riaprire la sera anche al chiuso, ed è permesso consumare al bancone del bar o al tavolo. Musei, cinema e teatri possono riaprire in zona bianca così come i centri commerciali nel weekend.
A stabilire modalità e tempistiche per l’apertura, però, sarà l’ordinanza regionale. Come riportato nel decreto, “viene istituito un tavolo permanente al Ministero della salute, del Comitato tecnico-scientifico e dell’Istituto superiore di sanità con le Regioni interessate, per monitorare gli effetti dell’allentamento delle misure e verificare la necessità di adottarne eventualmente altre”.
Le regole da rispettare in zona bianca restano il divieto di assembramento, l’obbligo del distanziamento tra le persone e uso obbligatorio della mascherina all’aperto quando non si può mantenere la distanza e al chiuso nei luoghi pubblici.
Su tutto resta il buon senso e soprattutto ricordare l’esempio della Sardegna, prima regione a diventare bianca ma in pochi giorni riprecipitata in zona rossa per l’imprudenza e la dabbenaggine di qualcuno. Poche persone sono più che sufficienti a inguaiarne tante.