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giovedì, Aprile 25, 2024

Gli eroi di carta della sinistra

AttualitàGli eroi di carta della sinistra

Di Angelo Persichilli

Credevo che l’arrivo di Enrico Letta avrebbe portato aria nuova nel Partito Democratico, mi sbagliavo. Anche lui, come i suoi predecessori, cerca gloria e consensi facendo di Matteo Salvini il bersaglio principale dei suoi interventi. Non entro nel merito delle accuse, sbagliate o giuste che siano, ma il fatto che Letta, come i suoi predecessori, sia presente nei notiziari principalmente per i suoi attacchi al leader della Lega, crea il sospetto che anche lui, come appunto i suoi predecessori, abbia poco da dire a proposito del rinnovo del suo partito, delle sue alleanze con i 5 Stelle o con gli aventiniani della sinistra di Liberi e Uguali.
Chi mi conosce sa che io sono stato da sempre simpatizzante della Democrazia Cristiana targata prima repubblica, anzi democristiano convinto, ma soprattutto convinto antifascista e anticomunista. Ma all’epoca si dialogava, si dibatteva sui temi senza demonizzare gli avversari. Certo, pensare di dialogare con coloro che avevano appoggiato, direttamente o indirettamente, Hitler o Stalin, fa rabbrividire, ma il contesto storico attuale è diverso di quello della Prima Repubblica. Molte cose non si sapevano, altre si faceva finta di ignorarle proprio perché era importante dialogare per il bene dell’Italia. Il momento più esaltante di questo rispetto per il dialogo per gli interessi del Paese è stato, ovviamente, il Compromesso Storico. E c’era molto da “compromettere” in quanto entrambi gli schieramenti avevano idee e ideologie diverse, a volte contrastanti, ma avevano sempre come fine ultimo il bene del Paese.
Se si legge di Giorgio Almirante che si mette in fila davanti alle Botteghe Oscure per rendere omaggio alla salma di Berlinguer, se si pensa a Giancarlo Pajetta che, appena avvertito della presenza di Almirante, esce dalle Botteghe Oscure e invita Almirante ad entrare per inginocchiarsi di fronte alla salma del leader comunista, oppure di Pajetta che si reca ai funerali di Almirante e poi si pensa agli scontri odierni tra mediocri personaggi con turpiloqui e insulti personali sui nuovi media e ai feroci dibattiti televisivi il cui contenuto violento potrebbe anche configurare l’ipotesi di reato di istigazione a delinquere, allora emerge in tutta la sua gravità il decadimento morale dell’attuale classe politica che, purtroppo, si è estesa ai rispettivi sostenitori.
Tali turpiloqui e violenze verbali sono facilitati dalla nuova tecnologia che consente ai più aggressivi, che di solito sono anche i più codardi, di lanciare impunemente fango spesso nascondendosi dietro l’anonimato. Disse Umberto Eco che “i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli”. “Prima – aggiunse – parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.
Ma torniamo ad oggi.
Non ho mai votato per la Lega, né di Bossi, né di Salvini e non credo che lo farò. Ma è una realtà che la campagna contro Salvini non è fatta con un dibattito onesto e soprattutto efficace. È una battaglia fatta dalla magistratura politicizzata fino al limite della decenza, con accuse subdole e assurde di magistrati, diciamolo dai, di sinistra con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Col loro comportamento irresponsabile hanno creato un eroe di carta, appunto Salvini, che serve solo a mascherare la propria debolezza, la loro deriva ideologica che ha lasciato l’Italia senza una vera anima di centrosinistra. Hanno affidato la loro leadership, lo scorso anno alle ‘sardine’ (che fine hanno fatto dopo i loro affari con Benetton?) e quest’anno a Fedez, il neo Grillo parlante, che accusa la RAI di partigianeria (questa non l’avevo sentita prima).
La sinistra, perché della sinistra sto parlando, per mascherare la sua incapacità programmatica, politica e confusione ideologica, continua con la stessa strategia adottata dalla fine della prima repubblica e cioè di cercare la via del governo distruggendo l’avversario invece di costruirsi una propria identità. Per poi farsi male da sola abbattendo i suoi stessi governi come è successo con l’ultimo di Giuseppe Conte oppure nel passato con gli altri governi di Prodi, Amato, D’Alema e così via. Molto bravi all’opposizione ma incapaci di governare.
Speravo, come già scritto, che con l’arrivo di Letta le cose potessero cambiare. Mi sbagliavo. Il loro bersaglio fittizio continua ad essere un eroe di carta da loro stessi creato, bersaglio alla loro portata e da loro mantenuto in vita: Matteo Salvini. E non hanno capito che nella sfida tra Letta e Salvini a vincere sarà la Meloni.

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