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giovedì, Marzo 28, 2024

Vittime del terrorismo, tra i caduti il finanziere Zara e il poliziotto Rivera

EvidenzaVittime del terrorismo, tra i caduti il finanziere Zara e il poliziotto Rivera

Aveva compiuto da poco 20 anni e da un anno si era arruolato nella Guardia di Finanza. Antonio Zara, nato a San Felice del Molise, rimase sulla pista dell’aeroporto di Fiumicino falciato dai terroristi palestinesi che avevano assaltato un aereo della Pan Am, uccidendo 30 passeggeri e si erano impadroniti di un boeing della Lufthansa pronto al decollo.
In servizio da pochi mesi alla sicurezza dell’aeroporto Leonardo da Vinci, era arrivato per primo al gate dove era cominciato l’attentato. Pistola in pugno era corso sulla pista tentando di bloccare il commando. Fu steso da una raffica di mitra alle spalle. Era il 17 dicembre 1973, Zara è la prima vittima molisana di un’azione terroristica. Il suo sacrificio gli valse la medaglia d’oro al valor militare.
Cinque anni più tardi, la mattina del 16 marzo 1978, il poliziotto Giulio Rivera insieme ai suoi colleghi accompagnava Aldo Moro, presidente del consiglio incaricato, alla Camera dei Deputati per il dibattito sulla fiducia al nuovo governo. In via Fani, un commando delle Brigate Rosse fece fuoco sulla scorta del presidente della Democrazia Cristiana. Nel massacro l’agente di Guglionesi morì con la pistola in pugno. Aveva 24 anni. A lui è intitolata la scuola di Polizia di Campobasso. Il 9 maggio di quell’anno le Br fecero ritrovare il corpo di Aldo Moro in una Renault rossa in via Caetani. Forse quel giorno è cominciata la fine degli Anni di Piombo, uno dei periodi più bui della storia repubblicana e proprio per ricordare tutte le vittime del terrorismo è stata scelta questa data.
“Fu una guerra asimmetrica – ha dichiarato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella – e molti intellettuali favorivano chi sparava per la rivoluzione. L’eversione nera – ha poi chiarito il presidente della Repubblica – era invece al servizio di trame oscure. Sul terrorismo molte verità sono ancora da chiarire, ora – ha concluso Mattarella – bisogna prendere tutti i latitanti”. E tra questi, dopo gli arresti di Parigi dei giorni scorsi, c’ è ancora il molisano di Trivento Maurizio Di Marzio, brigatista della colonna romana ancora latitante. Se non verrà catturato entro il 15 maggio la pena che gli resta da scontare cadrà in prescrizione.

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