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sabato, Aprile 20, 2024

Triplo salto indietro nello spazio di un pomeriggio: la Calenda dalla sfiducia alla giunta

AperturaTriplo salto indietro nello spazio di un pomeriggio: la Calenda dalla sfiducia alla giunta

Un triplo salto all’indietro nello spazio di un pomeriggio. Tanto è durata la strenua opposizione a Toma di Filomena Calenda, eletta nel 2018 in consiglio regionale con la Lega di Salvini e poche ore dopo già in rotta con il proprio partito.
Una crisi lampo, come mai si è visto in via IV novembre, con la maggioranza di centrodestra numericamente terminata dopo le 11 firme poste in calce alla mozione di sfiducia presentata dai sei consiglieri del Movimento cinque stelle e dai due del partito democratico. Tra quelle che avevano potenzialmente affossato la giunta e aperto la porta delle fine anticipata della legislatura anche quella della politica isernina, pochi mesi fa nominata vicepresidente del consiglio.
Scelte irrazionali e opportunistiche del presidente Toma che ha determinato una crisi economica, sociale di valori senza precedenti. La sintesi della mozione di sfiducia, firmata anche dall’ex governatore Iorio e da Aida Romagnuolo.
Poco dopo le otto di ieri sera, in quindici righe, Filomena Calenda ha risistemato la gamba al tavolo che nella mattinata aveva contribuito a segare. Posso finalmente dire, ha messo nero su bianco, che il Molise cambia pagina, il presidente Toma, ha aggiunto mi ha voluto fortemente in questo esecutivo. Lo ringrazio, ha corretto il tiro in un battibaleno, per aver riposto in me fiducia e nuove aspettative. Statemi accanto, ha concluso Filomena Calenda nel suo primo annuncio da assessore, non vi deluderò.
Quello che è accaduto dopo, appartiene ai commenti politici e allo tsunami che si è scatenato sui social. Intanto, il decreto di nomina sarà firmato in giornata. Calenda sarà assessore al lavoro e alle politiche sociali, settori nei quali si era cimentato Michele Marone, chiamato a tappare una delle falle aperte nella maggioranza. Resta ancora da capire come farà il centrodestra a continuare a navigare in mezzo ad una vera tempesta politica. Con la mozione di sfiducia che, sulla carta potrebbe finire 10 a 10. Un pareggio, come si dice in questi casi, che non serve a nessuno.

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