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venerdì, Aprile 19, 2024

Videocamere a bordo e nuovi giorni di stop, Federcoopesca: “Categoria vessata”

AttualitàVideocamere a bordo e nuovi giorni di stop, Federcoopesca: "Categoria vessata"

Dopo l’installazione sui pescherecci di computer di bordo per inviare informazioni sul pesce pescato e dopo il blu-box, una sorta di scatola nera che serve a rilevare la posizione in aggiunta ai sistemi già in uso, da Bruxelles è arrivata – quella che è stata definita “l’ennesima beffa”. E’ stato infatti approvato l’utilizzo di nuove tecnologie per rendere più efficacie l’applicazione delle regole sulla pesca, con obbligo per i pescherecci di uso di telecamere a bordo per controllare gli sbarchi delle specie soggette a limiti di cattura. Per Domenico Guidotti, presidente di Federcoopesca, si tratta dell’ennesima occasione mancata per avvicinare le marinerie all’Europa e accusa gli europarlamentari italiani di non essere stati compatti sulla difesa dei pescatori. “Quanto previsto è contrario ad ogni principio di privacy e ad ogni principio di diritto del lavoro che vieta la videoripresa del lavoratore in azienda e dipinge il pescatore europeo come un malavitoso da spiare ogni minuto per evitare che delinqua”.
Ma le cattive notizie per la categoria non sono finite, perché è di pochi giorni fa il decreto del Direttore Generale per la pesca marittima, che dispone per l’area dell’alto e medo Adriatico, nuovi giorni di interruzione temporanea non continuativa (30 per i pescherecci più piccoli, e 39 per quelli superiori a 24 metri), che si aggiungono a quelli già vigenti con il fermo pesca estivo. Un così elevato numero di giorni di interruzione, da sommarsi alla già ridotta attività dovuta all’emergenza Covid porta le imprese armatrici a lavorare neanche 150 giorni all’anno, senza poter in alcun modo raggiungere un livello minimo di guadagno economico che permetta la sopravvivenza delle imprese e degli equipaggi. Secondo Guidotti è in atto un accanimento contro la pesca artigianale, che non può essere giustificato sbandierando non si sa bene quale interesse per l’ambiente, visto che lo sforzo di pesca negli ultimi anni è molto diminuito a seguito della demolizione di numerosissime unità. Ancora una volta si rischia che il pescatore italiano veda la Commissione Europea come una “matrigna” vessatoria, nei confronti di onesti lavoratori che vogliono solo guadagnarsi il minimo per sopravvivere e che dimentica la tutela economica e sociale dei propri cittadini.

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