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domenica, Luglio 13, 2025

I nodi vengono sempre al pettine

EditorialiI nodi vengono sempre al pettine

di Paolo Frascatore

La giustizia trionfa sempre e i nodi vengono sempre al pettine!

Sembrerebbe una frase scontata e in uso nel linguaggio comune, eppure la seconda sentenza di assoluzione del direttore di Telemolise, Manuela Petescia, e del magistrato Fabio Papa, va oltre anche questo semplice concetto di giustizia.

Paolo Frascatore

Del secondo non posso dire, in quanto non lo conosco, se non per fama relativa alla sua professione, ma del direttore di Telemolise qualche riflessione è necessario farla sulla base di una conoscenza diretta ultraventennale.

Sembra scontato rimarcare che la televisione che dirige si può dire da sempre (la prima nella nostra Regione) entra giornalmente nelle case non solo dei molisani, ma anche in quelle delle regioni limitrofe con gentilezza, simpatia e professionalità.

Non entro nel merito della seconda sentenza di assoluzione, perché occorrerà leggere il dispositivo, ma l’assoluzione con formula piena è indice di indiscussa integrità morale e mette in chiaro, ancora una volta, le accuse infondate e strumentali fatte dall’ex presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura.

Non vi sono più dubbi, quindi, ma chi scrive non li aveva già prima e non perché, come si suol dire, dopo lo sparo escono i fuochisti (come si dice dalle mie parti), ovvero per aver conosciuto Manuela Petescia nell’ormai lontano 1998.

L’occasione fu una visita in Consiglio Regionale (all’epoca io lavoravo nei gruppi politici consiliari) dell’editore Lelio Pallante (uno tra i pochi politici democristiani che ho stimato nella nostra Regione) e, appunto, del direttore di Telemolise Manuela Petescia.

Nel vedermi al primo piano dell’allora Palazzo Moffa (oggi Palazzo D’Aimmo), Lelio Pallante si fermò (mi riconobbe dopo dieci anni) e rivolto a Manuela disse testualmente; “vedi quel giovane? Tu non sai chi è!” E Manuela rispose, “no! Non lo conosco!” E Lelio riprese “è Paolo Frascatore”, “ah sì – disse Manuela – lo conosco di firma”. Ma Lelio Pallante spiegò: “non mi riferisco ai suoi articoli giornalistici sempre interessanti e scritti bene, ma ad una vicenda politica di qualche decennio fa (era il 1989 ed io ero militare, dopo la laurea, a Roma), immagina – proseguì Lelio Pallante –  il teatro Savoia di Campobasso stracolmo per l’arrivo del presidente nazionale della DC Ciriaco De Mita (era il 30 ottobre 1989), tutti si aspettavano che ad aprire i lavori fosse l’allora punto di riferimento di De Mita nel Molise, Florindo D’Aimmo, ma invece fu chiamato questo giovane militante della sinistra democristiana ed il suo intervento fu uno scrosciare continuo di mani. Fece un intervento – disse Pallante- che ricordo ancora oggi per preparazione e per alta tensione morale.”

Parlai a lungo quel giorno con Manuela del più e del meno, della situazione del giornalismo nella nostra Regione e mi colpì subito non solo la sua spigliatezza e preparazione nel trattare questo argomento, ma la sua passione morale per la professione giornalistica e la sua sensibilità. Nacque così la nostra amicizia.

Per tornare all’attualità ed all’assoluzione in appello, non vi è dubbio che l’accusatore oggi si ritrova con un pugno di mosche in mano. Il dispositivo della sentenza è chiaro: non solo la condanna al risarcimento delle spese processuali in favore degli imputati, ma anche a favore dello Stato, nel senso che dovrà risarcire tutta la macchina statuale messa in moto per una quasi accertata ipotesi di calunnia nei riguardi degli imputati. La cosa risulta particolarmente importante dal punto di vista giudiziario.

Del resto, conoscendo il soggetto, c’era da aspettarselo. La sua carriera politica è tutta intrisa di trasformismo politico: è passato dal centrodestra (Forza Italia) al centrosinistra (artefice un suo parigrado, Roberto Ruta), per poi iscriversi al Partito Democratico di Matteo Renzi. E con lui è iniziata la svendita della sanità pubblica in favore di quella privata.

Altri commenti appaiono superflui, perché a conoscenza di tutti.

Questo non è uno sproloquio, né una presa di posizione di parte, ma una giusta riflessione per chi nel corso di tanti anni ha speso la sua vita per dare ai molisani una informazione corretta, obiettiva e carica di tensione morale.

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