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giovedì, Marzo 28, 2024

Andrea Greco (M5S) si scaglia contro il centro vaccinale di Agnone

AgnoneAndrea Greco (M5S) si scaglia contro il centro vaccinale di Agnone

Andrea Greco, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, si è scagliato contro la scelta di adibire i locali di Palazzo San Francesco di Agnone a centro vaccinale anti-Covid preferendoli ai locali dell’Ospedale Caracciolo.

Greco ha espresso il suo disappunto tramite una nota su Facebook: “Umiliato, sbeffeggiato, depredato. L’ultimo affronto all’ospedale ‘Caracciolo’ è stato quello di indicare il centro vaccinale a Palazzo ‘San Francesco’. Per carità, in un momento drammatico l’azione che deve accumunarci è la somministrazione di vaccini, a più persone e nel più breve tempo possibile. Tuttavia non considerare l’ospedale di Agnone quale sede logistica della campagna vaccinale è un errore. Nella fase iniziale della campagna vaccinale, in Molise sono stati previsti 12 centri vaccinali, oltre al PalaUnimol. Tutti sono all’interno di strutture ospedaliere o peri-ospedaliere, così come indicato dal piano nazionale (Decreto del Ministero della Salute il 2 gennaio 2021) e dal piano regionale.

Infatti, per citare qualche esempio, si va dalla casa della salute di Castelmauro al ‘Cardarelli’ di Campobasso, passando per l’ospedale di comunità di Venafro, fino ai poliambulatori di Frosolone e Trivento.
Ad Agnone, in barba al Decreto Ministeriale e alle indicazioni del piano regionale, le operazioni vengono eseguite nello stesso palazzo dove si tengono le riunioni del Consiglio comunale. Si tratta di un contesto suggestivo in termini storico-architettonici, ma ahimè non è il massimo del confort per i nostri anziani. Il sito è in pieno centro storico, ci si arriva con stradine anguste ed è difficile da raggiungere anche per i mezzi di soccorso.
Ora qualcuno deve spiegarmi perché si è preferita questa soluzione ad un luogo di cura per antonomasia, con un Pronto soccorso operativo H24. A mio avviso, si tratta di una decisione contro ogni logica. Nella fase iniziale bisogna avvalersi di strutture sanitarie, anche per una maggiore tutela della salute dei cittadini, che potrebbero andare incontro a reazioni e necessitare di assistenza ospedaliera.
A tutto ciò, si aggiunge la vicenda riportata dalla stampa delle vaccinazioni a volontari e personale amministrativo. Non intendo polemizzare, ma al tempo stesso non posso non considerare quanto prevede il Ministero della Salute: i vaccini vanno garantiti ad operatori sanitari, operatori e ospiti delle Rsa, ultraottantenni e categorie protette. Allora quali criteri sono stati adottati per vaccinare il personale amministrativo?
Il problema sta nel piano vaccinale regionale, che estende oltremodo la platea dei beneficiari. Una contraddizione che segnalerò alle autorità preposte. Sulla vicenda è necessario fare chiarezza, per rispetto soprattutto delle persone fragili.
Ho contattato la responsabile del piano vaccinale, il sub commissario Ida Grossi, che mi ha confermato di non sapere nulla di quanto accade in alto Molise. La stessa Grossi mi ha detto anche di essere convinta che le operazioni di vaccinazione si stessero effettuando nel luogo più titolato a farlo, ovvero nell’ospedale cittadino. Spiazzato dalla risposta, sono passato in Asrem per chiedere lumi ed ho appreso che la scelta del centro vaccinale è stata condivisa con l’amministrazione comunale.
In attesa di conoscere per vie ufficiali tutta la verità, rilancio l’opportunità di utilizzare il ‘Caracciolo’ come centro vaccini. Un ospedale che andrebbe potenziato, perché offre servizi sanitari in un’area disagiata, dove la popolazione ha bisogno di risposte certe e non delle solite promesse mai mantenute.
Il messaggio trasmesso è terribile. Immagino i tecnici, gli stessi che da anni vogliono vedere il ‘Caracciolo’ chiudere i battenti dire: un ospedale dove non è possibile fare nemmeno i vaccini, che ospedale è?
Voglio comunque ringraziare tutti i volontari impegnati in queste settimane nella campagna vaccinale. Ma ribadisco: non capisco perché siamo gli unici in Italia a non aver utilizzato un ospedale e tutto il suo personale nella fase iniziale della vaccinazione.”

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