“Un progetto inqualificabile, un lazzaretto impropriamente qualificato come “Piano di riorganizzazione”, in buona parte consistente nella riproduzione testuale di una nota di intenti intestata “Comune di Larino”. A scrivere queste testuali e lapidarie parole che tolgono il velo al progetto di un centro Covid a Larino vaticinato dal Commissario ad acta Angelo Giustini e fonte da mesi di polemiche roventi, non è una delle tante parti in causa in quella che più passa il tempo e più appare come una ressa sgangherata, ma una parte terza, neutra. Le parole, testuali, contenuta nell’imputazione provvisoria e nell’invito a comparire per l’interrogatorio (mercoledì 10 marzo ore 10), sono del Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso, Nicola D’Angelo. Sette pagine nelle quali si ripercorrono tutte le tappe dall’inizio della pandemia ad oggi e che, per il momento, si fermano all’imputazione a carico del Commissario Giustini dei reati di omissione e abuso di atti di ufficio. L’abuso, sostanziatosi nella nomina illegittima a Commissario per l’emergenza Covid del Direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, – scrive D’Angelo – finalizzata a conseguire l’impunità da una seri di omissioni “così da trasferire a terzi le responsabilità, anche di natura patrimoniale, derivanti dal mancato assolvimento degli obblighi sullo stesso spettanti”.
La tesi della Procura della Repubblica è molto semplice nella sua drammaticità. Il Commissario Giustini “era l’unico soggetto a cui spettava il potere/dovere di predisporre gli atti di programmazione per l’emergenza Covid e di sovrintendere alla relativa attuazione”. Ragionamento che la Procura estende dalla sfera Covid a tutte le altre patologie tempo-dipendenti. Giustini, scrive D’Angelo, ha “omesso deliberatamente” di assumere le iniziative di cui era titolare determinando una “gravissima situazione di disservizio sanitario” tale da portare ai primi giorni di febbraio alla “saturazione dei posti letto ed alla incapacità della struttura sanitaria regionale di fare fronte al picco epidemico”. “Tutto – scrive ancora D’Angelo – con pesanti ricadute sulla salute pubblica e con un numero di decessi verificatisi in un contesto di assistenza sanitaria reso ancora più fragile” dalle omissioni del Commissario. Una situazione diventata ingestibile a tal punto – scrive D’Angelo – da indurre il Presidente della Regione Toma a richiedere l’intervento della Protezione civile.
Accuse pesantissime, quelle della Procura, una catena impressionante di omissioni quelle ipotizzate a carico del Commissario che nascono da quell’idea ostinata di Angelo Giustini di realizzare un centro Covid a Larino. Un’ostinazione che porta il commissario – è sempre la Procura che scrive – a diramare un comunicato stampa che falsamente affermava come l’idea di aprire il centro covid presso il Vietri fosse “pienamente validata dal Ministero per la Salute”. Un lazzaretto, scrive invece la Procura, poiché il progetto di Giustini prevedeva la “sola apertura di un reparto di terapia intensiva ed un reparto di sub intensiva, nella totale assenza dei più elementari presupposti che la scienza medica e la disciplina dell’organizzazione sanitaria impongono”: Nello specifico: un pronto soccorso, un laboratorio analisi e servizi di diagnostica per immagini, cardiologia, medicina generale e pneumologia. Una situazione, questa, che a Giustini era stata rappresentata – scrive D’Angelo – sia dal Direttore Generale dell’Asrem, Florenzano, sia dal Direttore Sanitario del Distretto di Termoli, Giorgetta. Inoltre – dice sempre la Procura – Giustini prevedeva per il lazzaretto/Vietri la presenza di dieci anestesisti rianimatori ben consapevole della difficoltà a reperire personale specializzato.
Ciò che invece Giustini avrebbe dovuto fare, scrive la Procura citando gli ispettori ministeriali, era attivarsi tempestivamente sin da inizio pandemia per attivare la struttura di Larino al fine di accogliere i pazienti dimessi dal Cardarelli ma ancora positivi e quelli paucisintomatici.
Dalla Procura arriva anche una parola di chiarezza sul Cardarelli che mette a tacere molte polemiche. Giustini, scrive D’Angelo, è arrivato a prospettare criticità inesistenti. Tanto i percorsi ospedalieri presso il Cardarelli quanto la separazione tra blocco covid e no covid sono corretti ed efficaci, scrive il procuratore capo citando gli ispettori ministeriali.
La conclusione a cui perviene Nicola D’Angelo, in quella che più che un’imputazione provvisoria sembra già una requisitoria, è pesantissima: le omissioni di Giustini, scrive, testuali parole, “hanno resa la Regione Molise la più vulnerabile al momento del verificarsi della pandemia e la meno attiva nell’affrontare la difficile situazione d’emergenza”.
pdb