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sabato, Aprile 20, 2024

Ritorno alla politica

EditorialiRitorno alla politica

di Paolo Frascatore

L’incarico a Mario Draghi di formare un nuovo Governo, sarà sicuramente annoverato negli annali migliori della storia politica italiana.

Il presidente della Repubblica ha usato l’espressione “di alto profilo” nell’affidare questo incarico ad una personalità che, certamente, non ha bisogno di presentazioni sia per rigore morale, culturale e non di meno per capacità economico-politiche.

Paolo Frascatore

I commentatori politici, anche autorevoli, hanno giustamente messo in risalto che la scelta di Draghi va ascritta a quello che normalmente viene definito Governo tecnico.

Ѐ indubbio che saltata la maggioranza parlamentare giallorossa e considerando il quadro politico attuale del Parlamento, l’ex governatore della Bce ha inteso lanciare un messaggio di unità a tutte le forze politiche per affrontare la crisi sanitaria, economica e sociale, affinché si ricostruiscano le basi anche per una ripresa economica.

Un attento osservatore politico come padre Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, ha giustamente osservato come questa fase nel segno di Mario Draghi costituisca una sorta di transizione tecnica per poi dare spazio alla politica.

Aggiungiamo, un ritorno alla politica che riprenda i temi cari al popolarismo sturziano con soggetti politici nuovi, nel solco dei problemi reali di questo Paese.

Certo, i nodi politici sono molteplici, occorre innanzitutto una nuova legge elettorale in senso proporzionale; occorre avere contezza nel saper scegliere una classe dirigente che sappia incarnare due valori inscindibili come quelli della morale e della competenza.

Ma bisogna anche dire che proprio adesso, con Mario Draghi, non è più il tempo dell’attesa, ma quello dell’agire nel politico, nel tessuto sociale, nel retroterra culturale del mondo cattolico italiano.

Lucio D’Ubaldo, con acutezza, ha oculatamente definito l’attuale esperienza del popolarismo italiano come quella di un centro extraparlamentare in quanto non presente nei due rami del Parlamento, ma comunque viva nel tessuto sociale di una non irrilevante fetta del popolo italiano.

Il percorso appare dunque segnato? L’incarico a Mario Draghi non è la semplice scappatoia per dare un Governo al nostro Paese e per allontanare elezioni politiche anticipate, quanto l’urgenza e la necessità di ricostruire una posizione politica di centro che sappia reincarnare i valori della solidarietà, della convivenza pacifica e del rispetto della persona umana.

Su queste basi, i cattolici democratici non possono non interrogarsi sul proprio futuro politico: l’occasione non è di poco conto, ma anzi chiama a raccolta tutti gli uomini e donne di buona volontà.

Mario Draghi non è una semplice ciambella di salvataggio, ma costituisce un ritorno alla politica vera, capace di dare risposte alla gente comune, ai disoccupati, a coloro che in questo periodo troppo lungo di pandemia hanno dovuto sopportare ristrettezze e privazioni.

Se davvero siamo in grado di essere oggi quel centro extraparlamentare, secondo D’Ubaldo, che rimette al primo posto il valore della persona umana e dei suoi bisogni quotidiani in questa società sempre più individualista ed egoista, allora possiamo dire di aver svolto una minima parte nella costruzione di una nuova società solidarista.

Il cammino non è semplice,  ma certo non deve spaventare chi del popolarismo sturziano ne ha fatto non una bandiera da sventolare all’occorrenza, ma un modus vivendi per dare risposte concrete ai problemi quotidiani della gente.

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