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venerdì, Marzo 29, 2024

Area industriale di Piana d’Ischia, il gruppo “Futuro Trivento” chiede lumi all’amministrazione comunale

AttualitàArea industriale di Piana d’Ischia, il gruppo “Futuro Trivento” chiede lumi all’amministrazione comunale

Area industriale di Piana d’Ischia, il gruppo “Futuro Trivento” chiede lumi all’amministrazione comunale. “Il 1 febbraio scorso – scrive il capogruppo Luigi Pavone – il Comune di Trivento ha ricevuto una nota ufficiale a firma del commissario straordinario del consorzio industriale Campobasso – Boiano, Nico Romagnuolo, con cui si comunica la restituzione alla comunità montana Trigno Medio Biferno della gestione dell’area industriale di Piana D’Ischia. Alla nota non si è fatta attendere la risposta del nostro sindaco, che, in ogni caso, ci pare doverosa ed opportuna. Partiamo dalla nota del commissario Romagnuolo, consigliere regionale eletto nella coalizione dell’attuale presidente della Regione, successivamente decaduto per abolizione dell’istituto della surroga e poi nominato commissario del consorzio, nomina sulla cui compatibilità sono in corso verifiche, perché probabilmente incompatibile con il ruolo. Nella nota il consorzio comunica al comune che non può più gestire l’area perché, anche a causa dell’improduttività della stessa e degli elevati costi di gestione, esso ha maturato notevoli perdite di esercizio che ne impediscono la gestione. Giova ricordare, ahinoi, al commissario che siamo a conoscenza delle perdite del consorzio, perché proprio il consorzio ci ha notificato un decreto ingiuntivo di oltre un milione di euro proprio a copertura delle perdite generate dall’ente, e non sappiamo ancora quali sono state le perdite negli anni non compresi nel decreto ingiuntivo (dal 2017 al 2020), ma questo non viene citato nella nota. Il commissario individua le motivazioni che hanno portato alla situazione debitoria del consorzio negli interventi effettuati (quali? il raccordo ferroviario mai realizzato per cui tuttora si paga un mutuo?), nelle utenze e nel personale impegnato. Bene, proprio in riferimento a quest’ultimo, non certo si può dare torto al commissario, visto che la voce personale nel bilancio 2018, tanto per prenderne ad esempio uno, ammonta a 363724 Euro (con un aumento di ben 82617 Euro rispetto al 2017), a fronte di solo 4 dipendenti. Fatte queste premesse, il commissario poi si schiera a favore del comune di Trivento, chiedendo, sulla base di poteri che non gli appartengono, che si vengano affidati al comune di Trivento 1.104.000 Euro, budget rimanente del contributo di 13.895.883 Euro che la Regione ha erogato ai consorzi circa un anno fa, escludendo Trivento, e 730.000 Euro per un intervento sulla viabilità che aveva presentato tempo addietro. La cosa, però, più sconvolgente è che si affida la gestione dell’area alla Comunità Montana, ossia un ente che è in liquidazione già da nove anni. Come potrebbe un ente in liquidazione gestire un’area che addirittura l’attuale gestore, che non è in liquidazione, pur essendo in difficoltà, dice di non riuscire a gestire? Andiamo adesso alla pronta risposta del sindaco Corallo. Sicuramente, bene ha fatto ad opporsi con forza a questa decisione, tuttavia gradiremmo porgli alcune domande: Il sindaco nella nota parla di un incontro che ha avuto sul tema con il presidente della Regione il 20 gennaio, ossia 10 giorni fa. Cosa si sono detti? Appare strano che dopo 10 giorni dall’incontro si riceva una nota così grave dal consorzio, mostrando incredulità e (giustificata) rabbia; Il sindaco dice che, a causa delle esigue somme presenti nelle casse comunali, il comune non può permettersi la gestione dell’area. Nell’affermare che il comune non sarebbe in grado di gestire l’area, l’amministrazione Corallo ha fatto un’analisi di quanto costerebbe al comune gestire l’area? Noi mesi fa abbiamo provato a chiederlo al consorzio, ma non abbiamo avuto risposta. Consigliamo al sindaco, invece di lamentarsi sull’esiguità delle somme nelle casse comunali, che, peraltro, sono le stesse di cui hanno beneficiato tutte le precedenti amministrazioni, di passare un po’ più di tempo al comune e a coltivare i rapporti istituzionali e meno in televisione, così magari qualche fondo riusciamo anche ad averlo e a fare un’attenta e dettagliata analisi dei costi che l’area di Piana d’Ischia comporta per il comune nel caso in cui venga affidata al comune la gestione dell’area; Perché si è dovuti attendere una nota del commissario per svegliarci e ricordarci dell’area di Piana d’Ischia? Abbiamo, sin dal nostro insediamento, più volte chiesto un consiglio comunale monotematico sulla questione del consorzio, per fare uno sforzo comune per trovare delle soluzioni, ma, seppure il sindaco ci tenne a sottolineare in un consiglio comunale che l’idea del consiglio comunale monotematico l’aveva avuta lui, poi, però, nonostante i nostri ripetuti solleciti, il consiglio comunale non si è mai svolto e non abbiamo visto mai né il commissario, né il presidente della Regione, né l’assessore alle attività produttive, invitati dal sindaco nelle sue ormai famigerate letterine. Nei vari nostri solleciti, abbiamo fin da subito invitato il sindaco a chiedere che quei fondi di cui si parla sopra venissero affidati all’area industriale di Trivento, non c’era bisogno della nota del commissario per accorgercene. Se si fosse agito prima, avremmo evitato di trovarci in questa situazione. Infine, sarebbe da chiedere al sindaco come mai, anche in questa occasione, i consiglieri comunali di opposizione debbano venire a conoscenza dei fatti solo attraverso i giornali, sebbene il tema richieda il coinvolgimento di tutte le forze politiche, perché è un tema che interessa Trivento tutta. Ci auguriamo che il sindaco convochi, al più presto, un consiglio comunale per spiegare anche ai consiglieri di opposizione, poveri mortali nell’era di Dio in terra, quale è la situazione e come si intende procedere, auspicando un coinvolgimento concreto di tutta l’opposizione. Bisogna fare fronte comune, anche con le aziende di piana d’Ischia, ma anche coinvolgendo i sindaci e le amministrazioni dei comuni della valle del Trigno – chiude Pavone – per far valere le ragioni di Trivento e di tutta l’area e prospettare un futuro alla zona industriale di Trivento, di cui possono beneficiare tutti i comuni dell’area e non solo Trivento”.

 

 

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