I segretari di CGIL, CISL e UIL del Molise, seppur preoccupati dalle evoluzioni della politica nazionale, confidano sul fatto che l’esasperata discussione relativa alla crisi di Governo non porti via troppo tempo ai bisogni ordinari e quotidiani di lavoratori e cittadini. “Un’attenzione particolare deve essere necessariamente dedicata alla nostra sanità che, purtroppo, continua a navigare a vista. In ambito nazionale ci sono legittime denunce degli operatori dello spettacolo che vorrebbero teatri aperti. Nel palcoscenico molisano possiamo assistere a una rappresentazione drammatica che vede in scena i protagonisti della politica e della sanità regionale che troppo spesso duellano sulla pelle del popolo – si legge in una nota unitaria – Ormai siamo dinanzi a giochi di potere, contraddizioni, prese di posizione a volte antitetiche a prescindere. Cgil Cisl e Uil del Molise denunciano, ancora una volta, l’immobilismo e l’insopportabile situazione caotica relativa al comparto sanitario nonostante siano emersi, con imbarazzante chiarezza, tutti i deficit strutturali, organizzativi, amministrativi che da anni ormai proviamo a mettere al centro di una discussione e di un confronto che mai nessuno vuole aprire seriamente – proseguono i segretari regionali – Serve ancora qualche tragico e drammatico avvenimento, dopo quanto sta accadendo soprattutto in basso Molise, per concordare sul fatto che per contrastare il virus è necessario anche il potenziamento della medicina territoriale?
urge aumentare il personale medico e paramedico? occorre rinforzare i distretti sanitari, incrementare i medici di medicina generale, le Usca e le unità territoriali? Non abbiamo bisogno di mega direttori o super commissari per asserire che, in una terra come la nostra, con la popolazione orograficamente distribuita a macchia di leopardo, serve mettere in campo, ad esempio, un sistema potenziato di telemedicina. Strumento che prevede, non solo la possibilità da parte del medico curante di inviare presso le farmacie le ricette elettroniche, ma anche l’esecuzione di alcune visite con relative diagnosi, a volte fondamentali, che eviterebbero l’affollamento dei pronto soccorso, degli ambulatori, degli studi medici, degli ospedali. Dal nostro punto di vista – proseguono – abbiamo semplicemente la consapevolezza di essere stati e di potere essere sempre in campo con il valore aggiunto che gli operatori dei diversi settori, e nella fattispecie di quello sanitario, ci segnalano, ci chiedono di sollevare questioni, di dare suggerimenti che giungono da esperienze quotidiane e dirette. Noi siamo organismo di rappresentanza di decine di migliaia di persone, siamo tra le gente con i nostri uffici, nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro dove tutto questo malessere e apprensione si palpa con mano. Oggi siamo preoccupati, anzi spaventati, perché non riusciamo a proteggere cittadini e lavoratori. Chiediamo semplicemente dignità e attenzione per loro, applicando, se non è troppo, quanto prevede la Costituzione. Vogliamo essere soggetto responsabile per programmare, in tempi certi, una imponente campagna di vaccinazione di massa. Rapidità , efficacia e numero di cittadini coinvolti saranno elementi imprescindibili per garantire la salute dei molisani, per arrestare il contagio e di conseguenza anche per ritornare presto alla normalità per far ripartire l’economia e l’occupazione di una regione in forte difficoltà . Anche su questi elementi, serve l’impegno di tutti, ognuno per la sua parte. Dobbiamo, almeno su questo, fare fronte comune per raggiungere gli obiettivi prefissati, coinvolgendo professionisti, addetti del settore e volontari organizzati. Una regione come il Molise, considerati i risicati numeri demografici, potrebbe essere un laboratorio sperimentale anche per la somministrazione del vaccino, forniture permettendo. In questa fase così difficile, CGIL, CISL, UIL, chiedono ancora una volta, di avere un confronto di merito continuo con tutti i soggetti decisori, affinché i servizi, le cure, l’assistenza e la campagna vaccinale possano avere una svolta e una degna programmazione prima che sia davvero troppo tardi”, concludono i sindacati.