E’ una vicenda lunga e complessa quella che riguarda il debito maturato dall’Azienda Sanitaria Molisana nei confronti dell’Inps. Una voragine finanziaria quantificata dal presidente della regione Toma in 86 milioni di euro. I fatti si riferiscono al sisma del 31 ottobre 2002 e ai provvedimenti successivi, decreti e leggi, che hanno stabilito l’esenzione dei contributi previdenziali per i comuni colpiti dal terremoto. Differenti le letture dei fatti e delle disposizioni, da qui l’innesco del contenzioso in corso. Secondo una interpretazione la sospensione avrebbe valore per i quattordici comuni del cratere sismico; secondo un parere di altro segno, essa si riferisce invece a tutta l’area che all’epoca fu dichiarata terremotata: in pratica tutta la provincia di Campobasso, nello specifico 85 comuni su 86 con la sola eccezione del comune di Guardiaregia.
La vicenda, dopo che nei giorni scorsi è stata sollevata dal Commissario ad acta per la Sanità, Angelo Giustini, è approdata in Consiglio regionale. Presentata nell’aula di Palazzo D’Aimmo una mozione a prima firma di Andrea Di Lucente che, ricostruendo l’intera vicenda sul piano normativo, chiede in buona sostanza che venga fatta chiarezza sull’intera questione. Una vicenda che rischia, qualora venisse confermato il debito di 86 milioni, di assestare un colpo pesantissimo alle casse regionali. La prima versione presentata, chiudeva la mozione con l’impegno non solo a fare chiarezza ma anche segnalare eventuali responsabilità per danni sia alla magistratura ordinaria che contabile. Più morbida invece la versione votata a maggioranza con l’astensione della consigliera Romagnuolo. Le opposizioni, Partito Democratico e 5 Stelle, invece, sono uscite dall’aula. Alla votazione non ha partecipato anche l’ex governatore Iorio. La versione definitiva impegna il presidente Toma a prendere contatti col Governo nazionale per chiudere il contenzioso e, allo stesso tempo, da mandato nel termine di 90 giorni alle commissioni prima e quarta di ricostruire tutti i passaggi della vicenda.