
In estrema sintesi, alla base del no del governo alla legge regionale dei trabucchi, ci sono i vincoli paesaggistici. “Aspettiamo di conoscere – dichiara Aida Romagnuolo, presidente della terza commissione regionale – le eccezioni del governo, è nostra intenzione risistemare la proposta. Avere una legge sui trabucchi è importante per il territorio, un’opportunità sia in ambito lavorativo che turistico”.
Ora proprio la commissione sull’assetto del territorio si dovrà rimettere al lavoro. Intanto nelle scorse ore è arrivata la nota pungente della consigliera regionale pentastellata Patrizia Manzo che denuncia la violazione di norme statali e non solo: “L’ampliamento delle possibilità d’uso dei trabucchi e le prescrizioni costruttive – sostiene Manzo – non trovano alcun riscontro circa la compatibilità con le esigenze di tutela della costa e del paesaggio, la cui verifica rientra nei compiti delle strutture ministeriali, anche in considerazione del fatto che i piani paesaggistici, per la Regione Molise, non risultano ancora approvati. Una grave lacuna normativa che abbiamo puntualmente denunciato in Consiglio”.

Nell’evidenziare crititicità edificatorie la consigliera 5Stelle invita l’assise regionale a “ripartire daccapo con l’obiettivo di fornire – scrive – uno strumento corretto per la valorizzazione della costa molisana”.
La proposta poi diventata legge è datata marzo 2019, fu presentata dai consiglieri Nico Romagnuolo e Armandino D’Egidio, con l’intento di introdurre un modo diverso di valorizzare i trabucchi basato su eventi culturali e manifestazioni di promozione dei prodotti ittici locali, con la possibilità per i titolari di svolgere attività di ristorazione.
Ora però c’è qualcosa da rivedere. Per forza.