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giovedì, Aprile 25, 2024

Un anno dalla morte di Camillo Ciafardini, almirantiano ed esponente storico della destra triventina

AttualitàUn anno dalla morte di Camillo Ciafardini, almirantiano ed esponente storico della destra triventina

Un anno dalla morte di Camillo Ciafardini, almirantiano ed esponente storico della destra triventina: vivi come se dovessi morire subito, pensa come se non dovessi morire mai. Il ricordo dell’ex sindaco Tullio Farina. “Un anno fa moriva Camillo Ciafardini, un amico difficile da dimenticare per il suo estro e le sue bizzarrie, tutte simpatiche e mai banali. Ricordo che la notizia della sua morte mi colse di sorpresa fuori Trivento per cui non ebbi né modo, né tempo per ricordarlo. Lo faccio in occasione del primo anniversario della sua morte sia per assolvere ad un doveroso atto nei suoi confronti sia perché non mi è difficile farlo, essendo i ricordi che ho di lui tutti vivi ed indimenticabili. Infatti come potrei dimenticare le tante festività natalizie trascorse a casa sua con gli altri indimenticabili amici, giocando a sette e mezzo tra una fetta di panettone e i classici dolci natalizi preparati dalla sua inseparabile consorte Luciana i cui occhi sprizzavano di felicità nel vederci raccolti tutti insieme non solo a giocare ma a dire tante battute spiritose. Era Camillo una persona generosa e gioviale, come tutti noi aveva i suoi difetti umani, ma si faceva apprezzare ed amare dai suoi amici. Poiché era radiotecnico girava per tutte le case e tutti gli volevano bene. Era geniale nelle trovate tant’è che gli amici gli avevano affibbiato il soprannome di cervellone e lui ne era fiero e il più delle volte si auto chiamava così. Da giovane ad una “600” aveva tagliato il tetto ed aveva apportato delle modifiche tanto da chiamarla Apollo come se fosse stato una navicella spaziale. Tante sono state le sue trovate e le sue soluzioni ai problemi che incontrava tanto da renderlo simpatico a tutti. Durante la sua vita si è cimentato anche nella lotta politica presentandosi come candidato sia alle elezioni comunali che provinciale con la Fiamma Tricolore, partito per il quale stravedeva ed in tale ruolo inevitabilmente si scontrava con me che stavo sulla sponda opposta. Ma le nostre divergenze politiche non hanno mai portato alla rottura della nostra amicizia; alcune volte potevamo stare anche per qualche mese senza parlarci, però alla fine, alla prima occasione, ci ritrovavamo a sedere nello stesso tavolo a ridere per le nostre zuffe e per le accuse reciproche scambiate. Era Camillo una persona intelligente, capace di distinguere l’amicizia dalla politica. Oltre ad essere un solerte lavoratore è stato anche un marito e padre di famiglia, premuroso, affettuoso nei confronti dei suoi due figli, Luigi ed Alessandra ai quali non ha fatto mancare mai niente e dei quali era orgoglioso. Ricordo che ogni qualvolta mi parlava di essi gli occhi gli si riempivano di gioia e di felicità. Ha lavorato tanto, insieme alla moglie Luciana, per assicurare loro un futuro conseguendo pienamente il risultato, essendosi essi affermati nel lavoro che svolgono. A loro va il mio più caro saluto e l’invito a continuare la loro vita, ricordando tutti i momenti più belli vissuti insieme”.

 

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