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sabato, Aprile 27, 2024

Venafro, un 2020 da incubo: dopo il Covid anche l’inquinamento che non dà tregua

AttualitàVenafro, un 2020 da incubo: dopo il Covid anche l'inquinamento che non dà tregua

Allarme inquinamento sulla Piana di Venafro. Insomma un 2020 da incubo, non solo per il Covid, ma anche per l’inquinamento che continua a coprire con la sua cappa grigia la città. Dal 15 dicembre, è stata registrata una impressionante progressione del valore del Pm10, fino allo sforamento numero 50 del 23 dicembre, che ha fatto registrare un valore di 119, con un limite massimo fissato a 50.

Altrettanto allarmante lo sforamento del particolato ultrafine. I dati sono impressionanti. Il Pm2,5 ha fatto segnare 98 unità, un valore fuori controllo. Dal 15 dicembre, si è sempre sopra le 67 unità per milligrammo.

La relazione dell’Arpa su quanto sta accadendo è significativa.

«Il materiale particolato presente nell’aria – si legge – è costituito da una miscela di particelle solide e liquide, che possono rimanere sospese anche per lunghi periodi. Le particelle sono costituite da una miscela di elementi quali carbonio, piombo, nichel, nitrati, solfati, composti organici, frammenti di suolo e altro. Le polveri totali vengono generalmente distinte in tre classi, corrispondenti alla capacità di penetrazione nelle vie respiratorie, da cui dipende l’intensità degli effetti nocivi».

E ancora «il Pm10 particolato è una polvere inalabile, ovvero in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore (naso, faringe e laringe). Il Pm2,5 – particolato fine – è una polvere toracica, cioè in grado di penetrare nel tratto tracheobronchiale (trachea e bronchi».

Le sorgenti del particolato possono essere naturali e antropiche. Tra quelle antropiche, Arpa indica: ci sono le emissioni della combustione dei motori; le emissioni del riscaldamento domestico; i residui dell’usura del manto stradale, dei freni e delle gomme delle vetture, le emissioni di impianti industriali, lavorazioni agricole, inceneritori e centrali elettriche.

«Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra esposizione acuta a particolato e alterazioni della funzionalità respiratoria, ricoveri in ospedale e mortalità per malattie respiratorie. L’esposizione cronica, inoltre, è associata ad un incremento di rischio di tumore delle vie respiratorie. Il cancro è stato collegato in particolare con l’esposizione a particolato di combustione.

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