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martedì, Luglio 15, 2025

Recovery Fund, affondo della CGIL verso la Regione Molise: “Manca una visione strategica”

AperturaRecovery Fund, affondo della CGIL verso la Regione Molise: "Manca una visione strategica"

Preso atto della rottura delle relazioni con la Regione Molise, la CGIL gira pagina e guarda avanti. La confederazione generale italiana del lavoro cala sul tavolo un carico da undici e, in videoconferenza, organizza un incontro dedicato al tema del Recovery Fund, alle opportunità e alle criticità legate all’utilizzo dei fondi stanziati dall’Unione Europea per la crisi generata dalla pandemia in corso. Ad organizzare l’incontro, la CGIL Abruzzo e Molise che ha invitato per un confronto il direttore del Quotidiano del Sud, Roberto Napoletano, e la capogruppo del Partito Democratico in regione, Micaela Fanelli.

Il quadro di riferimento all’interno del quale la CGIL colloca la gestione delle risorse che verranno assegnate al Molise è quello del mezzogiorno d’Italia. Un dato dal quale non si prò prescindere, sottolineano dal sindacato, poiché la base di lavoro sulla quale operare è necessariamente ultraregionale. Basti pensare, ad esempio alle grandi reti infrastrutturali, come strade e ferrovie. Sul piano più generale, la CGIL sostiene la tesi di una programmazione di prospettiva, efficace a ridurre il divario nor-sud.

Calato nel particolare, il discorso impostato dalla CGIL assume connotazioni critiche. Parlando del Molise, il sindacato fa riferimento ai 67 progetti elaborati dalla Regione, per circa 3 miliardi di euro, per i quali manca una visione strategica. Servono progetti esecutivi, dicono, e non un elenco di fabbisogni, qualcosa – rincarano la dose – che assomiglia ad un elenco della spesa. Serve un cambio di passo politico culturale, dicono Franco Spina e Paolo De Socio.

Gli fa eco la capogruppo del PD in Regione, Micaela Fanelli che parla, con riferimento ai progetti regionali, di un libro datato. Progetti vecchi, per la maggior parte impraticabili e con una prospettiva di bocciatura da parte dell’Unione Europea. Insomma, roba vecchia chiusa nei cassetti da anni, secondo Fanelli e che fa acqua su vari fronti: infrastrutture, gestione dei rifiuti e, soprattutoo, sanità. Quest’ultimo comparto quanto mai significativo in questa fase.

Che senso ha aver evitato il confronto con il partenariato e il Consiglio regionale? Una domanda che Micaela Fanelli spedisce all’indirizzo del presidente Toma.

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