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venerdì, Marzo 29, 2024

Appalti e incarichi al Comune di Isernia, Gianni Fantozzi ricorre all’Anac

AttualitàAppalti e incarichi al Comune di Isernia, Gianni Fantozzi ricorre all'Anac
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Cresce la tensione all’interno del consiglio comunale di Isernia. Dopo la richiesta di convocazione straordinaria dell’assise, in presenza, all’auditorium, firmata da ben 15 consiglieri su 32, arriva un’altra scossa, che destabilizza i fragili equilibri di Palazzo San Francesco. La nuova spallata la dà Gianni Fantozzi, portavoce dei Popolari, che dopo due interrogazioni senza risposta e ripetute richieste cadute nel vuoto, ricorre all’Autorità nazionale anti corruzione affinché si faccia luce sull’operato dell’amministrazione comunale di Isernia in materia di affidamento degli incarichi professionali attraverso il sistema degli appalti sotto soglia.

L’esponente dei Popolari aveva chiesto al sindaco, al segretario generale e al dirigente dell’Area tecnica, una immediata risposta ad una interrogazione presentata il 31 dicembre 2018 e acquisita al protocollo lo stesso giorno.

“Lì – spiega Fantozzi – chiedevo di conoscere i criteri con i quali vengono affidati gli incarichi professionali di qualunque tipo e di rendere noto, nel più breve tempo possibile, un elenco dettagliato dei professionisti e consulenti ai quali sono stati affidati incarichi con i relativi corrispettivi, a far data dal 1 settembre 2018. Chiedevo, inoltre, continua Fantozzi, se esiste un elenco dei professionisti o consulenti e ditte accreditati con il Comune”.

“In data 11 settembre 2020 – prosegue – ho provveduto a reiterare la richiesta, ad oggi rimasta inevasa, nonostante l’intervento da parte del prefetto. Tale atteggiamento – osserva Fantozzi – oltre a contrastare in maniera preoccupante con le norme previste dai Regolamenti e dallo Statuto comunale e a impedire ai consiglieri comunali di esercitare il sacrosanto diritto di controllo e indirizzo, mette in evidenza anche una mancanza di rispetto verso la prefettura. Oltretutto, al di là delle norme non rispettate, cosa di per sé gravissima, tale comportamento – conclude – induce anche a pensare ad una non trasparenza delle relative attività”.

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