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giovedì, Marzo 28, 2024

‘Global village’ molisano

Attualità‘Global village’ molisano


Di ANGELO PERSICHILLI
Intensificare i rapporti con le comunità italiane all’estero tenendo presente i cambiamenti degli ultimi decenni in Italia e nel mondo. Questo il messaggio emerso la scorsa settimana dai lavori della Riunione del Consiglio dei Molisani nel Mondo svoltosi, al passo con i tempi, in via telematica.
Quello del rapporto con i cittadini di origine italiana all’estero è da tempo al centro di discussioni e iniziative che, nonostante raramente abbiano portato i frutti sperati, sono sempre al centro di iniziative e programmi che meritano maggiore attenzione. D’altra parte, come ha sottolineato nel suo intervento l’assessore Vincenzo Cotugno, le ultime stime di importanti istituti di ricerca “parlano di oriundi Italiani nel Mondo, pari a circa 80 milioni … di cui circa 800.000 sono molisani a fronte dei 300.000 che risiedono in Molise”.
Oltre ai membri del Consiglio, hanno partecipato anche il presidente Donato Toma e l’assessore Cotugno, Angelo Sollazzo, presidente del CIM, e il Sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo. Quest’ultimo, in una intervista al Giornale del Molise, ha detto di avere approfittato di questa occasione per “confermare l’impegno del governo e mio personale a favore delle comunità italiane all’estero” sostanziando tale affermazione con iniziative già in corso come il rafforzamento, riqualificazione e ampliamento della rete consolare. Merlo ha preannunciato anche l’apertura di altre sedi nei prossimi mesi.
Il Sottosegretario ha sottolineato l’importanza dell’associazionismo italiano all’estero e i Molisani nel mondo sono l’esempio di come anche attraverso l’associazionismo si riesce a “mantenere vive le proprie tradizioni, pur essendo lontani dalla Madre Patria”.
Secondo il Sottosegretario “essere un italiano nel mondo oggi significa essere ambasciatore di tutto ciò che è Italia, a cominciare dalla nostra lingua, dalla nostra cultura, dai prodotti di eccellenza made in Italy” ma ha subito aggiunto che “sono lontani i tempi della valigia di cartone con cui espatriavano i nostri emigrati nel secolo scorso”.
Tale cambiamento e stato rilevato anche dal presidente Toma che ha parlato di “iniziative finalizzate a rafforzare nei giovani, figli di molisani residenti all’estero, il valore dell’identità della terra di origine attraverso l’insegnamento della lingua italiana, la conoscenza del territorio regionale e nazionale, la formazione culturale e professionale, l’interscambio di soggiorni ed esperienze culturali, turistici, sportivi e di studio”.
E quindi importante prendere atto del cambiamento che riguarda soprattutto i giovani. In primo luogo, le nuove generazioni, i figli di ex emigrati, che ora richiedono un differente approccio per ripristinare i loro legami con l’Italia. Si chiede un approccio non più basato sulla nostalgia, ma su iniziative concrete nel settore culturale ma anche economico. Ma il Sottosegretario Merlo ha detto che è cambiato anche il tipo di emigrato dall’Italia. “Oggi ad andarsene – he detto Merlo – sono soprattutto i giovani, diplomati e laureati, alla ricerca di un lavoro che possa dare loro le soddisfazioni che cercano, anche economiche”, ma ha subito aggiunto: “Lavoriamo affinché partire sia una libera scelta, evitando che gli italiani siano costretti a farlo per mancanza di opportunità nel proprio Paese”.
Sono seguiti numerosi e interessanti gli interventi dei partecipanti, interventi che ora verranno raccolti ed esaminati con lo scopo di tirarne fuori i suggerimenti e critiche costruttive e farne la base di futuri programmazioni.
Nelle prossime settimane ritornerò sull’argomento, in particolare sugli interventi di Toma e Cotugno, comunque, seguendo i lavori del Consiglio mi è sembrato di capire che il rapporto con gli italiani all’estero, in questo caso molisani, debba consolidarsi intorno a parametri diversi per tre ragioni; prima perché, come il sottosegretario Merlo e il presidente Toma hanno rilevato, l’emigrato italiano è ora diverso; secondo perché è cambiato, direi ‘ringiovanito’, anche l’interlocutore italiano all’estero e terzo perché è cambiata l’Italia. Il nostro Paese non è più solo terra di emigrati, ma anche, e direi soprattutto, terra di immigrati. Tale cambiamento, se non è coordinato ma è frutto di fattori internazionali destabilizzanti non addebitabili certamente all’Italia, bisogna comunque gestirlo. Bisogna farlo con umanità ma anche con la consapevolezza delle difficoltà che qualsiasi osmosi demografica comporta. In questo contesto, il contributo degli italiani all’estero, da decenni alle prese con queste tematiche a ruoli invertiti, potrebbe essere molto utile ai connazionali rimasti in Italia.
Non bisogna chiudere gli occhi di fronte alla realtà: tra i nuovi arrivati vi sono delle mele marce, come c’erano delle mele marce tra gli italiani che emigravano. Ma, come ho scritto spesso nel passato sui giornali canadesi, anche se era vero che tutti i mafiosi erano italiani (tra l’altro anche questo non è più vero), era anche vero che non tutti gli italiani erano mafiosi. Alla fine, tale assioma è stato recepito con consistenti vantaggi sociali ed economici reciproci. Credo quindi che il recupero del rapporto tra molisani in casa e nel mondo debba svilupparsi anche lungo queste importanti direttive.
Questo aiuterebbe l’integrazione di coloro giunti recentemente in Italia e che sono genuinamente in cerca di un avvenire migliore e di isolare le mele marce e quindi smorzare tensioni che potrebbero far sentire gli stessi italiani degli estranei in casa loro. Fare insomma del Molise la sede di un vero e proprio “villaggio globale”.
La conferenza si sarebbe dovuta tenere lo scorso mese di marzo ma fu rinviata a causa del Covid-19 e rimandata in autunno sperando in una rapida soluzione della crisi che, purtroppo, non c’è stata. Di qui la necessità di adeguarsi ai tempi ricorrendo alla tecnologia. Operazione non semplice tenendo presente che mettere insieme decine di persone sparse in tutto il mondo, con un fuso orario diverso ed esigenze a volte contrapposte, crei conflitti logistici di varia natura. Comunque, come anche il Sottosegretario Merlo ha sottolineato, nonostante ovvie difficoltà tecniche dovute alla nuova tecnologia, tutto è andato bene ed è doveroso rilevare l’ottimo lavoro svolto dal personale dell’Assessorato regionale all’Immigrazione.

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