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giovedì, Marzo 28, 2024

Bancarotta fraudolenta e riciclaggio per 1 milione di euro: il broker Torzi indagato dalla Procura di Larino

AperturaBancarotta fraudolenta e riciclaggio per 1 milione di euro: il broker Torzi indagato dalla Procura di Larino

L’imprenditore di Termoli Gianluigi Torzi, ex socio di Paolo Di Laura Frattura, finisce di nuovo nei guai. Già al centro dello scandalo internazionale sull’acquisto del palazzo di Londra per conto della Segreteria di Stato del Vaticano, ora è accusato anche dalla Procura di Larino di bancarotta fraudolenta per distrazione, autoriciclaggio e riciclaggio, insieme ad altre 5 persone, tra cui il padre. Tutto è collegato al fallimento, avvenuto nel 2019, della società con sede nelle piane di Larino Microspore, specializzata nella produzione di fertilizzanti e l’indagine della Guardia di Finanza di Larino è partita da un esposto presentato da un fornitore della società, che vantava un credito di 45mila euro, che però non riusciva a recuperare. I finanzieri sono risusciti a ricostruire la strategia messa in atto dal broker molisano, mediante una rete di società estere, per realizzare una massiccia insolvenza apparente nei confronti dei creditori per oltre un milione di euro, portando invece “al sicuro” la somma di denaro. Il meccanismo funzionava così: la Microspore girava i suoi crediti a una società con sede in Lussemburgo, la Green Yield, la quale società deteneva delle quote della stessa Microspore. Da qui il passaggio dei crediti continuava verso altre società, fino a tornare poi in Italia, attraverso una nuova società creata apposta per far rientrare i soldi, la Ms Biotech. Torzi, insomma, è riuscito a escogitare uno stratagemma per ‘spogliarsi’ dei soldi che avrebbe dovuto dare ai creditori, riuscendo poi a incassarli attraverso una rete di passaggi e compravendite di quote societarie con sede nei paradisi fiscali. Tutto – secondo la Procura – per mascherare soldi di provenienza illecita, che ammontano appunto a oltre un milione di euro. I finanzieri della tenenza di Larino, in collaborazione con gli uffici di Campobasso e con consulenti finanziari, esperti di riciclaggio e banche dati internazionali, hanno ipotizzato il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione di fondi, in relazione alla Microspore, i reati di autoriciclaggio e riciclaggio per le altre società coinvolte facenti capo a Torzi. Indagati anche il padre Enrico Torzi, altri 3 molisani e un belga.

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