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venerdì, Aprile 19, 2024

Frode da 10 milioni di euro: il genio del crimine è della provincia di Isernia

CronacaFrode da 10 milioni di euro: il genio del crimine è della provincia di Isernia

Eros “Mistero della Luce”. Questo il nome in codice del 42 enne della provincia di Isernia, il genio criminale, che si celava dietro una maxi truffa della pay tv, sfociata oggi nell’Operazione The Perfect Storm della Guardia di Finanza, che ha visto coinvolti 12 paesi europei, e una serie di sequestri rivolti alla confisca per un equivalente di oltre 10 milioni di euro nei confronti dell’organizzazione criminale. Partite, film, serie tv “piratate” attraverso il famigerato dispositivo noto come Pezzotto. Il super Hacker delle Pay tv della Provincia di Isernia era già finito al centro di un’analoga maxi-operazione nel settembre 2019. Capo e promotore dell’organizzazione, si occupava di coordinare gli interventi di esperti programmatori e soggetti preposti alla mitigazione di minacce hacker verso l’infrastruttura privata, nonché di seguire le fonti di approvvigionamento, encoder, decoder, server, piattaforme.

La Guardia di Finanza ha posto gradualmente in essere attività tecniche di monitoraggio consistenti nel progressivo spegnimento da remoto delle piattaforme, dei server e delle smart card utilizzate dai pirati, nonché nell’oscuramento dei siti web e dei canali Telegram dediti alla vendita e alla riproduzione dei contenuti dell’IPTV illegale

Le preliminari attività hanno consentito il sequestro e l’oscuramento di oltre 5500 risorse informatiche tra server di trasmissione, piattaforme di gestione, siti vetrina e siti di live streaming, oltre a 350 canali Telegram.

Nel corso dell’Action Day fissato contemporaneamente in tutti i 12 paesi coinvolti è stata complessivamente data esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere in Italia e a oltre 100 perquisizioni domiciliari e locali nei confronti dei principali re sellers italiani.

Le indagini hanno permesso di identificare un sistema articolato a carattere piramidale. Questi soggetti – ha spiegato il sostituto procuratore di Napoli Valeria Sico – sono stati individuati e abbiamo traccia di tutti gli indirizzi IP. Sappiamo chi sono gli utilizzatori delle linee fisse e degli smartphone e nei mesi successivi si procederà.

Per ora abbiamo colpito la cupola dell’organizzazione ma anche i clienti rischiano dai sei mesi ai tre anni di reclusione e una multa da 2500 a 25.000 euro circa – ha sottolineato il tenente colonnello della Guardia di Finanza Gianluca Berruti”.

Molte persone – ha continuato Berruti, pensano solo alla convenienza economica e non credono di commettere alcunché di male: in realtà il semplice possesso del “pezzotto” usato per ricevere il segnale, costituisce un reato penale.

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