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sabato, Aprile 20, 2024

Tentato omicidio in banca, l’impiegato resta in carcere: “Sono esploso perchè subivo vessazioni”

AperturaTentato omicidio in banca, l'impiegato resta in carcere: "Sono esploso perchè subivo vessazioni"

Per anni sono stato trattato male sul posto di lavoro, per questo sono esploso”. Dopo giorni di silenzio per la prima volta, parlando con il suo avvocato, l’impiegato di banca che la scorsa settimana ha accoltellato il vicedirettore della filiale di Gambatesa della Banca di Credito Cooperativo, fornisce un movente per l’aggresione che è rimasta a lungo inspiegabile. L’uomo è in carcere a Campobasso. Il giudice ha respinto la richiesta di arresti domiliciari e ha confermato la detenzione in carcere. L’avvocato Antonino Cerella, che assiste l’impiegato, si è per questo rivolto ora al Tribunale del Riesame che fisserà l’udienza nei prossimi giorni. Intanto però, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia, l’uomo ha indicato il motivo all’origine del tentato omicidio parlando di vessazioni – questa almeno è la sua versione dei fatti – che avrebbe subito sul posto di lavoro. Una versione che contrasta con la ricostruzione raccolta dagli investigatori. La stessa vittima, il vicedirettore della filiale, ricoverata in ospedale, ha parlato di un verso e proprio raptus: nessun litgio, nessuna discussione nei minuti precedenti l’aggressione. L’impiegato era impegnato in una operazione di cassa quando ha chiesto aiuto ad un collega per un chiarimento. Poi ha detto che avrebbe chiesto quella stessa delucidazione direttamente al vicedirettore. Una volta entrato nella stanza però è scattatta l’aggressione: in pochi istanti è andato dietro la scrivania, ha afferrato il funzionario alla testa e lo ha colpito alla gola.

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