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giovedì, Marzo 28, 2024

Droga a Campobasso, operazione “Gli Intoccabili”: Carabinieri arrestano 3 persone. Il Procuratore Nicola D’Angelo: “Lotta serrata per evitare che la malavita contamini anche la politica”

AperturaDroga a Campobasso, operazione "Gli Intoccabili": Carabinieri arrestano 3 persone. Il Procuratore Nicola D'Angelo: "Lotta serrata per evitare che la malavita contamini anche la politica"

“Siamo Intoccabili”. E’ la parte finale del dialogo tra due delle tre persone arrestate nella vasta operazione antidroga dei Carabinieri di Campobasso, del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia, coordinata dalla Procura di Campobasso con il capo della Dda Nicola D’Angelo e il Sostituto Procuratore Elisa Sabusco che hanno richiesto e ottenuto dal Gip le misure cautelari coercitive. Dall’intercettazione il nome dell’operazione stessa: “Gli Intoccabili”, perché così si sentivano all’indomani degli arresti di “Drug Market”, mentre commentavano. Spavaldi, spregiudicati. In quell’occasione erano solo personaggi marginali. Poi invece, come è emerso, hanno preso in mano le redini dello spaccio, prevalentemente di cocaina. Zona nevralgica, di difficile controllo per le forze dell’ordine, il centro storico della città, di dove sono gli arrestati, come evidenziato dal comandante provinciale il colonnello Emanuele Gaeta.
A capo del sodalizio, con conoscenze nel mondo della droga, ex buttafuori, carismatico sugli altri, un campobassano di 64 anni, incensurato, che aveva contatti e si procurava dai 100 ai 150 grammiodi droga alla settimana, cocaina pura al 90%. E’ finito in carcere.
il suo braccio destro un 40enne, campobassano putre lui, più rude, che si occupava di pusher e tossicodipendenti, dello smercio e della contabilità; anche lui incensurato, anche lui ora in carcere; ai domiciliari un 30enne, sempre del capoluogo, collaboratore dei due.
In casa del capo, nel centro storico la cocaina veniva conservata, tagliata, suddivisa in dosi e spacciata di giorno e di notte. Le case come basi logistiche, ma si consegnava anche a domicilio. Chat e messaggi in prevalenza per ordinare le dosi.
Indagine iniziata con l’operazione “Drug market” nel 2018 e conclusa a febbraio scorso, ma con riscontri anche recenti. Pedinamenti, intercettazioni, osservazioni hanno portato i carabinieri ad acquisire elementi a carico di 29 indagati per spaccio di cocaina a Campobasso. 40 le perquisizioni quasi tutte nel capoluogo, alcune a Mirabello, Pietracatella, Ferrazzano, Toro e Gildone, altre in Campania, Puglia ed Emilia Romagna. Nerl corso dell’indagine sequestrati 150 grammi di coca pura al 90%, circa 340 dosi; 3000 le cessioni documentate. Dal 2019 sei denunce, 25 segnalazioni, 21 recuperi di sostanze stupefacenti. Durante l’operazione di questa mattina all’alba 10 grammi di cocaina rinvenuti in 20 dosi, 31 di marijuana e 1 di eroina. La Puglia fonte di approvvigionamento della droga, ma anche la Campania. Hanno operato con i militari dell’Arma di Campobasso anche quelli delle compagnie di Torre del Greco, San Severo, Cervia-Milano Marittima e Cerreto Sannita, 4 unità cinofile dei Nuclei di Chieti e Sarno e un elicottero da Pescara.
8 operazioni antidroga dal 2018, almeno 100 arresti in flagranza. Una battaglia dura e serrata quella che la Procura di Campobasso con a Capo Nicola D’angelo e le forze dell’ordine stanno conducendo sul terriorio contro lo spaccio e il consumo di droga. Occorre avere sempre più consapevolezza, tra cittadini e istituzioni, che la droga circola, e tanto. Chi si occupa di cura e prevenzione deve operare con personale adeguato e in strutture adeguate. La droga, è l’allarme lanciato più volte , è il viatico per la criminalità organizzata di penetrare nella nostra regione e inquinare le attività sane. Il Procuratore D’Angelo non ha usato mezzi termini. “La lotta agli stupefacenti deve investire tutti, ma occorre avere presente che la criminalità organizzata arriva in questa terra per spacciare, per recuperare i soldi, riscuotere e lo fa anche con armi in mano; Una volta sul territorio rimane e cerca di insinuarsi nel mondo economico, sociale e il rischio che entri in quello politico c’è. Questo occorre evitare e contrastare” ha detto D’Angelo.

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