Quando ad Agnone c’era la Asl le cose andavano benissimo. Con Giovanni Di Pilla al timone il Caracciolo era diventato un vero e proprio modello. La stampa nazionale lo paragonò a una clinica svizzera per la qualità e l’efficienza dei servizi, ma anche per i conti: i bilanci erano sempre in perfetto equilibrio. Negli ultimi anni, invece, si è assistito a un preoccupante declino, tant’è che ora è in discussione il futuro dell’ospedale, aggrappato a quel riconoscimento di presidio di area disagiata che non ha mai trovato piena attuazione. Nonostante tutto per l’ex manager della asl altomolisana il Caracciolo può essere salvato e ai comitati e alle forze politiche che lo hanno contattato negli ultimi mesi ha indicato anche le possibili soluzioni da mettere in campo. Con le nuove tecnologie – ha detto – si può puntare molto sulla telemedicina. È inoltre auspicale un potenziamento della medicina sul territorio, oltre all’acquisto di nuovi macchinari. A suo avviso le risorse ci sono. Ma occorre farsi trovare pronti, vanno cioè preparati subito con progetti e piani credibili. Per Di Pilla le risorse ci sono, occorre però la volontà politica. In passato, del resto, si è fatto molto con poche risorse. Ai suoi tempi ad Agnone era riservato appena il 5% delle risorse.