Questa è stata senza dubbio l’estate più significativa per il turismo in provincia di Isernia. Presenze record alle cascate di Carpinone, al lago di Castel San Vincenzo, al ponte tibetano di Roccamandolfi e via discorrendo. Ma purtroppo non sono mancate le note stonate. In diverse occasioni i visitatori hanno trovato i musei chiusi. É accaduto a Santa Maria delle Monache, a Isernia. E accade all’area archeologica di Pietrabbondante. 50 possibili fruitori del teatro – ha denunciato Emilio Izzo su Facebook – martedì non potranno entrare perché è chiuso. Nel frattempo resta chiusa anche il Musec, il museo dei costumi del Molise, vittima del mancato rinnovo della convenzione tra l’ente provinciale di Isernia e la Regione, chiuso insieme all’osservatorio astronomico di san Pietro Avellana e al centro di ricerche preistoriche. Il Musec in questi anni ha attirato tantissimi visitatori e scolaresche, anche dalle regioni limitrofe. Ma ora il suo futuro è a serio rischio. In questi ultimi giorni si è parlato delle possibili soluzioni, di interventi che dovrebbero sbloccare la situazione di stallo che si è venuta a creare, ma in realtà la riapertura non è affatto scontata. Il direttore del museo e proprietario dei costumi e i gioielli esposti, Antonio Scasserra, infatti, non è stato contattato da nessuno. A questo punto non è affatto escluso che la collezione venga trasferita altrove. Anche perché – al di là dei soliti problemi burocratici – i famosi due milioni di euro stanziati durante la presidenza Frattura, sono stati solo annunciati, ma di fatto non sono mai giunti a destinazione. Scasserra si è detto deluso e stanco delle promesse delle istituzioni, per questo sta valutando seriamente le varie proposte che gli stanno arrivando da diverse località italiane ed estere.
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