di Giovanni Di Tota
Sarà un caso, o una circostanza sfortunata, ma il settore dei trasporti per Toma e la sua maggioranza è diventato come attraversare le sabbie mobili.
Per la seconda volta consecutiva, il centrodestra è andato sotto su questo tema e l’aula ha approvato due mozioni presentate dall’opposizione. La prima, firmata dai gruppi del Movimento cinque stelle e del Partito democratico, impone di eliminare le fasce orarie, aumentare le corse e convocare un tavolo tecnico tra Regione, aziende e sindacati per la cassa integrazione e per il bando di gara per affidare il servizio del trasporto pubblico locale.
La seconda, firmata solo dai Dem impegna il governatore a verificare i bilanci delle aziende e assicurare il pagamento dei lavoratori.
Le due mozioni sono passate 10 a 9. Due consiglieri del centrodestra, Aida Romagnuolo e Michele Iorio, hanno votato a favore condividendone l’impostazione politica ma, soprattutto, mettendoci la faccia e il braccio alzato al momento della conta in aula. Ma due consiglieri della maggioranza, Calenda e Cefaratti, non erano in aula e di fatto hanno determinato lo spostamento del piatto della bilancia a favore dell’opposizione. Il componente del gruppo dell’assessore Cotugno, peraltro, presente durante i lavori, è all’improvviso sparito proprio durante la chiama del presidente del consiglio.
Non è del tutto da escludere che il voto sia stato un vero e proprio segnale lanciato al governatore. Una sorta di ‘stai attento’ nemmeno tanto in codice. Alla base, dicono i dietrologi, una delega non rinnovata a un assessore. Ma in consiglio regionale, con una paga mensile che per molti lavoratori non sfiora nemmeno il reddito di un anno, un conto è esprimere un parere politico, anche andando contro la maggioranza, un altro è giocare una partita personale per ripicca o per avvertimento a discapito dell’interesse generale.
Nel caso di specie, il trasporto pubblico con decine di famiglie che campano di questo e con migliaia di persone che utilizzano pagandolo un servizio che tutti vorrebbero efficiente, sicuro e conveniente.
Lo strumento per mettersi di traverso al governo Toma e alla maggioranza scricchiolante del centrodestra c’era. Lo hanno sottoposto al consiglio il 7 luglio le minoranza con la mozione di sfiducia. Ma in quella circostanza i consiglieri hanno saputo difendere e benissimo la loro posizione, ricacciando indietro lo spettro delle elezioni anticipate.
Ci si augura che nel prosieguo continuino a partecipare alle sedute del consiglio, per cui sono pagati, e disertare quelle spiritiche.