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venerdì, Aprile 19, 2024

Venafro. Al via il “Mese di San Nicandro”, la preparazione spirituale alle feste patronali

AttualitàVenafro. Al via il “Mese di San Nicandro”, la preparazione spirituale alle feste patronali

E’ iniziato a Venafro il “Mese di San Nicandro”, ossia i 30 giorni di preghiere e celebrazioni quale preparazione spirituale al trittico festivo patronale di metà giugno. Causa covid, e per prevenire contagi e pericoli, sta avvenendo tutto in forma diversa rispetto al passato, ma con l’intensa partecipazione di sempre. Questa mattina all’alba infatti in tanti si sono ritrovati dinanzi alla Basilica di San Nicandro, periferia est della città, per le prime preghiere del mattino e l’esposizione della S. Eucarestia, il tutto in onore dei Santi Martiri di Venafro Nicandro, Marciano e Daria. Alle h 12,00, con orario innovativo rispetto al passato, celebrazione della S. Messa sempre alla Basilica del Patrono. Nell’ultima mattinata domenicale invece, assenti i fedeli per le restrizioni in atto e quale apertura del predetto “Mese”, si era celebrata la Santa Messa nella monumentale Chiesa in stile barocco dell’Annunziata, cuore del centro storico venafrano, esponendo a lato dell’altare il venerato Busto argenteo del Patrono San Nicandro, che per l’occasione era stato sceso dalla nicchia dove abitualmente resta conservato. Aveva celebrato il Parroco Don Gian Luigi Petti, coadiuvato dal Rettore e Custode di Basilica e Tomba dei Santi Martiri, Fr. Cosimo Vicedomini. Toccanti durante l’omelia le parole del celebrante, che aveva sottolineato la secolare fede dei venafrani e i loro progressi socio/religiosi anche in ragione della storica protezione dei Santi Martiri Nicandro, Marciano e Daria, riferimento -aveva proseguito Don Petti- che si auspica anche per il futuro. Facevano da sfondo le immagini del suggestivo altare dell’Annunziata, del Simulacro del Patrono, nonché i suoni e i canti che hanno accompagnato la celebrazione. Al termine, le preghiere dei celebranti all’indirizzo dell’immagine sacra e i canti conclusivi di Don Petti e Fr. Vicedomini, soprattutto lo storico Inno ai Santi Martiri, quel “Sciogliam di lode un cantico o popol venafrano …” scritto nel 1881 dal poeta Raffaele Atella e musicato dal canonico Domenico Criscuolo, entrambi venafrani, come riportato da Mons. Giulio Testa nella sua “Storia di Venafro”. Da questa mattina all’alba, come scritto, le preghiere del mattino e l’esposizione della S. Eucarestia, mentre alle h 12,00 ci sarà la celebrazione della Santa Messa. Il tutto proseguirà sino al prossimo 18 giugno, giornata conclusiva delle festività patronali venafrane, che quest’anno saranno diverse dal passato, ossia unicamente con riti religiosi e senza appuntamenti civili. La partecipazione del popolo di Dio a tale “Mese di SanNicandro”? Solitamente consistente, d’ambo i sessi e di ogni età, aspetti che si stima si ripetano anche quest’anno giusta la plurisecolare fede dei venafrani verso coloro che nel 303 d.C., imperando a Roma Diocleziano, si sacrificarono per l’affermazione del Cristianesimo nell’importante colonia della Gens Julia, Venaphrum, soppiantando definitivamente il paganesimo dell’Urbe.
Tonino Atella

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