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mercoledì, Aprile 24, 2024

Utilizzo stemma “borbonico” su atti comunali: la Prefettura diffida il Sindaco di Castellino che annuncia battaglia e ricorsi.

AttualitàUtilizzo stemma "borbonico" su atti comunali: la Prefettura diffida il Sindaco di Castellino che annuncia battaglia e ricorsi.

Comune del Florido e Pacifico ex Regno di Napoli – Contado di Molise – Terra di Lavoro e Patrioti chiamati Briganti, dal 1861 terra di disoccupazione ed emigrazione”.

E’ la dicitura che compare da oltre due anni – al di sotto dell’intestazione ufficiale dell’Ente – sugli atti e provvedimenti del Comune di Castellino del Biferno, unitamente allo stemma dell’ex Regno borbonico delle Due Sicilie.

Un richiamo storico, fortemente identitario, sostiene il Sindaco Enrico Fratangelo che, recentemente, in coincidenza con la pandemia da Coronavirus ha ufficializzato anche l’uso – in un circuito commerciale locale – del “Ducato” come moneta comunale. Stemma e richiamo che compaiono anche sulla insegna del parco comunale “Lilia”.

Non si tratta di richiami storici ed identitari secondo il Prefetto di Campobasso, Maria Guia Federico, che – con decreto del 7 maggio – ha diffidato il Sindaco Fratangelo a utilizzare nei documenti ufficiali del Comune di Castellino del Biferno unicamente lo stemma ufficiale approvato dallo Stato e la dicitura “Medaglia di bronzo al merito civile” riconosciuta all’Ente con un provvedimento del Presidente della Repubblica del 2006; via dunque la riproduzione dello stemma e dell’inciso storico. Per l’ente periferico del Ministero dell’Interno, inoltre, lo stemma con annesso inciso devono essere eliminati anche dall’insegna del parco comunale di Castellino. Ed ancora, per la Prefettura, siccome il Sindaco ha nominato vice Sindaco un consigliere comunale anziché – come prevede l’art. 46 del Testo Unico Enti Locali – un componente della Giunta, deve porre rimedio alla violazione di legge.

Questo perché, viene affermato nel decreto prefettizio, quanto fatto dal Sindaco di Castellino è contrario alla Costituzione. In particolare all’art. 1, comma 1 (l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro) e all’art. 5 (la Repubblica è una ed indivisibile).

In sostanza, si evince che – secondo la Prefettura di Campobasso -il Comune di Castellino, usando l’inciso “dal 1861 terra di disoccupazione ed emigrazione”, contesta il lavoro come principio fondante della Repubblica, palesando anche spinte secessionistiche.

Nulla di tutto questo per il Sindaco di Castellino del Biferno, Enrico Fratangelo il quale – nel ricordare che gli attuali documenti dell’Ente sono utilizzati da oltre due anni – precisa che quello che è solo un richiamo storico non è inserito, né fa parte integrante, dell’intestazione ufficiale del Comune, dove – oltre al nome del paese – compare lo stemma ufficiale e quello della medaglia conferita dalla Presidenza della Repubblica.
Effige dell’ex regno borbonico e inciso sono stati aggiunti prima del corpo di ogni documento, per ricordare le origini storiche della comunità ed anche – sostiene il Sindaco – non per contestare i principi costituzionali ma per rivendicare attenzione verso i piccoli centri del Sud Italia, spesso dimenticati e “costretti” ad assistere all’emigrazione dei cittadini alla ricerca di occupazione.
Un appello che è un grido di dolore per Fratangelo che ha inteso rimarcare e ricordare che Castellino è stato un centro dell’ex Regno delle Due Sicilie.
Quindi, mentre il Comune valuta la possibilità di impugnare al Tar il decreto, la Prefettura ha concesso un termine di 20 giorni al Sindaco per adempiere alle prescrizioni. In mancanza sarà attivato il procedimento per la rimozione dalla carica.


piacentino.salati

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