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venerdì, Aprile 19, 2024

Crisi da Covid 19, Pci, Pcl e Pmli lanciano un appello all’unione della Sinistra molisana

AttualitàCrisi da Covid 19, Pci, Pcl e Pmli lanciano un appello all'unione della Sinistra molisana

Lettera aperta delle sezioni molisane del PCI, PCL, PMLI rivolta a tutti i partiti con falce e martello, a tutte le forze sociali, sindacali e religiose anticapitaliste e antifasciste presenti in regione. Angelo Di Toro, segretario reg. PCI Molise, Tiziano Di Clemente, segretario reg. PCL Molise e Giovanni Colagiovanni, responsabile reg. PMLI Molise lanciano un appello all’unità:

“Compagne e compagni, amiche ed amici, in questo momento storico di estrema gravità e di forte emergenza sociale, le sezioni molisane del Partito Comunista Italiano, del Partito Comunista dei Lavoratori e del Partito Marxista Leninista Italiano reputano più che maturi i tempi per fare fronte comune!

Stiamo assistendo ad un cambio profondo dello scenario mondiale e nazionale, che investe la condizione quotidiana della larga maggioranza dell’umanità: è un ciclone di portata straordinaria che coinvolge la vita pubblica e privata, l’economia mondiale e le condizioni della lotta di classe.

Questo virus è diretta conseguenza della ricerca assoluta del profitto, dell’inquinamento, della deforestazione e, soprattutto, dell’arresto della ricerca scientifica sulla famiglia del coronavirus da parte delle case farmaceutiche nel 2003 a seguito dell’arresto della epidemia SARS e quindi della non convenienza di mercato. Ecco il perché dell’assenza attuale di un vaccino.

LA SITUAZIONE ITALIANA

Tutti i governi degli ultimi decenni, compreso l’attuale PD-M5s a guida Conte,hanno semplicemente distrutto il Sistema Sanitario Nazionale e favorito la sanità privata. A parte le misure indispensabili (stare a casa, distanziamento sociale, regole igienico-sanitarie), non siamo per niente d’accordo sulle altre misure prese dal governo. Soprattutto quelle politiche che, accentrando i poteri al governo e al presidente del consiglio, sospendendo di fatto alcuni diritti costituzionali, hanno determinato la dittatura del governo e lo svuotamento della stessa democrazia borghese.

Tutto ciò in un’Italia in cui questo virus si abbatte con particolare intensità per il sovrapporsi di crisi sanitaria e crisi sociale. L’emergenza è stata amplificata dalcomportamento di autentica criminalità padronale della Confindustria che si è opposta, per ragioni di profitto, alla recinzione del focolaio di Bergamo e Brescia, con effetti tragici in tutta la Lombardia. Ne consegue che non siamo sulla stessa barca, come predicano insistentemente i partiti governativi. Le barche sono due, quella delle forze del capitalismo e quella delle forze anticapitaliste ed hanno destinazioni opposte. E’ fin troppo palese come la crisi sociale in corso si stia già riversando su tutti i settori oppressi della società. Nell’immediato con licenziamenti, cassa integrazione, espulsione dei precari, rovina sociale di tante piccole partite Iva, condizioni di fame per gli immigrati “irregolari”; in prospettiva, con la preparazione annunciata di nuovi piani di austerità per pagare l’enorme mole di miliardi da destinare a banche e imprese, e dunque l’ampliamento massiccio del debito pubblico.

Più in generale, la vicenda in corso produce riflessi importanti nell’immaginario collettivo: al centro della scena torna la questione sociale. Ne esce spiazzato il vecchio immaginario xenofobo e giustizialista di marca leghista (e non solo), come a maggior ragione i pregiudizi di marca liberista. Tutto ciò non determina di per sé un cambio della coscienza politica sedimentatasi in lunghi anni di deriva politica e culturale, ma certoapre una nuova contraddizione e un nuovo spazio per l’intervento di massa anticapitalista. Ci pare essenziale intervenire in questo spazio, cogliendo le nuove potenzialità che si sono aperte, per rilanciare un progetto di alternativa di società.

LA SITUAZIONE NEL MOLISE

Coerentemente con quanto sopra descritto, non è difficile intuire cosa ci aspetterà anchenella nostra regione: si aggraveranno le disuguaglianze sociali, le condizioni di vita e di lavoro delle masse, la disoccupazione, la povertà, è probabile che diventeranno permanenti, con qualche aggiustamento, il controllo sociale, il telelavoro, l’insegnamento a distanza (con tutti i problemi derivanti dal fatto che, a oggi e in prospettiva, lo stato non ha in materia un ruolo centrale, ogni istituto si affida a ditte private), il restringimento della stessa democrazia borghese, l’accentramento del potere nelle mani dell’“uomo forte”. Basti vedere le recenti iniziative del governatore Toma!

Noi comunisti vogliamo invece un’Italia proletaria e socialista, un governo dei lavoratori che possa costruire una nuova economia e un nuovo stato modellati secondo gli interessi del proletariato. Obiettivo non certo dietro l’angolo, si capisce; paghiamo lo scotto delle scelte errate ed involutive, di sostanziale subalternità al capitale, da parte delle passate direzioni politiche e sindacali del movimento dei lavoratori, del conseguente arretramento della coscienza di classe e del calo generalizzato per l’impegno politico e altri fattori!

Ad ogni modo, che il vento sia mutato è innegabile:sarebbe un madornale errore non intercettare la sete di giustizia sociale e la voglia di cambiamento.

I nostri tre partiti, da soli, non hanno certamente le forze numeriche e materiali per imporsi in tale scenario. Rilanciamo quindi il nostro appello a fare gioco di squadra, invitandovia trovare forme e modalità di lotta su obiettivi comuni, in un contesto di rispetto reciproco delle diversità.

Le occasioni non mancano, dal denunciare il malaffare e gli intrallazzi affaristici fra regione e privati alle incompetenze dell’attuale giunta Toma, dall’inserirsi nelle lotte dei vari comitati per la difesa della sanità pubblica all’appoggio agli scioperi che saltuariamente si stanno verificando anche in Molise ecc. Sforziamoci, insomma, di sviluppare un’alternativa di classe al sistema borghese fondato sull’ingiustizia e sullo sfruttamento, anche dal Molise

Compagne/i, cerchiamo di fare squadra, non è più il momento delle divisioni!”.

 

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