Primo assaggio di libertà, oggi, anche per i molisani. La fase due, attesa, ma anche temuta, è partita. Il Molise, come il resto del Paese si rimette in moto, anche se ancora parzialmente. Ma è già qualcosa, un primo segnale verso un lento e graduale ritorno ad una nuova normalità. Campobasso sembra essere la città di sempre: auto in circolazione, persone in giro per sbrigare pratiche o fare acquisti. Bambini a spasso con i genitori, anziani seduti per prendere un po’ di sole. Gli unici segnali che ti fanno capire che qualcosa è cambiato, rispetto al passato, sono le file davanti ai negozi e agli uffici postali, le mascherine che tutti indossano, anche all’aperto e il distanziamento sociale, le distanze che tutti rispettano con una precisione e serietà da manuale. E d’altra parte le condizioni poste dal governo centrale ma anche da quello regionale sono proprio queste. Se non saranno rispettate, tra qualche settimana si vedranno i risultati. E se la curva del contagio tornerà a salire, gli sforzi fatti in questi due mesi di isolamento saranno vanificati, e tutti di nuovo a casa. Intanto l’amministrazione comunale del capoluogo ha deciso di riaprire le aree verdi. Il personale della Sea è impegnato nella pulizia e nello sfalcio dell’erba. Transennate le aree giochi. Chiese aperte, come quella di san Francesco che ospita la Madonna dei monti, venerata dai fedeli campobassani. Fedeli seduti a debita distanza l’uno dall’altro. Non si vedono passeggeri davanti alla stazione ferroviaria, il movimento è scarso. Segno che forse i temuti arrivi di massa dal nord non ci saranno. E in quel caso le disposizioni della Regione sono chiare: comunicazione tempestiva dell’arrivo in Molise e il rispetto di due settimane di quarantena.