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venerdì, Aprile 19, 2024

Molise, da terra isolata a meta ideale per il turismo nazionale post pandemia: tutti i retroscena

AttualitàMolise, da terra isolata a meta ideale per il turismo nazionale post pandemia: tutti i retroscena
Manuele Martelli

di Manuele Martelli – esperto in Ospitalità e Territori
Il dibattito sul turismo regionale post-covid nato dalle colonne de il Giornale del Molise continua. Nasce così la prima federazione molisana di operatori turistici, influencer, blogger e professionisti del marketing turistico. Un’operazione di strategia che mette insieme circa 100 mila followers con lo scopo di candidare il Molise a meta ideale per il turismo nazionale post-pandemia attraverso imponenti iniziative di marketing territoriale. Intanto la proposta dell’avvocato Luigi Iosa di fare del Molise la prima Area Virus-Free ottiene consensi e alimenta la discussione.

Un dato è certo, ne abbiamo parlato per primi contribuendo a nutrire anche il dibattito nazionale anticipando i tempi: la pandemia sarà l’occasione di riscatto per le piccole destinazioni a dimensione umana, date per favorite ormai da tutti i ‘bookmakers’ perché considerate mete ideali per il turismo post-covid. Percorsi etici, sostenibili, green, ‘lenti’, timidi, fuori dagli schemi, lontani dalla frenesia, declinati in chiave di salubrità anche gastronomica. Tutte credenziali in possesso dal Molise. Il dado è tratto, ecco perché alcuni territori extra-regionali che rispondono anch’essi a queste caratteristiche sembra si stiano organizzando proprio in questa direzione, mentre si moltiplicano ormai i contributi quotidiani degli osservatori nazionali che confermano la nostra previsione: l’attrazione verso il turismo slow e verde crescerà esponenzialmente. L’ennesima conferma? Da Stefano Boeri, l’architetto ‘star’ ideatore del Bosco Verticale di Milano ed esperto urbanista in servizio al Politecnico meneghino. “Via dalle città, il futuro sarà dei piccoli borghi”, afferma Boeri che aggiunge: “La fragilità polmonare di chi vive in aree ad alta densità di particolato, è facilmente assimilabile al contagio”.

Se a tutto ciò aggiungiamo l’interessante contributo dell’avvocato Luigi Iosa, professionista studioso anche dei fenomeni politico-sociali, e l’intraprendente iniziativa di un gruppo di privati operatori del turismo molisano che hanno deciso di federarsi e di governare per primi in regione il mutamento, siamo realmente in grado di tracciare il percorso da intraprendere e di portare sul tavolo della discussione, anche istituzionale, linee guida concrete per guidare questo processo di rivoluzione post pandemia.

ll Molise si presta più di ogni altra Regione italiana, per le sue caratteristiche geografiche, a favorire eventi con un più agevole distanziamento sociale evitando gli assembramenti. Oltre agli spazi incontaminati e alle distese salubri e green di cui gode il nostro territorio sulle quali poter investire in termini di ricettività e ‘incoming’, senza il rischio di generare assembramento, esiste certamente in loco una maggiore possibilità di controllo. Trattasi non a caso di “isolato geografico” con scarsa densità abitativa. Ed è proprio l’endogeno isolamento molisano che ha costituito il primo, vero argine al diffondersi del virus. Il Molise, infatti, è la seconda regione italiana a minore ampiezza demografica ed estensione territoriale (4.461 Kmq), preceduta solamente dalla Valle d’Aosta in entrambe le graduatorie. Il numero di famiglie è di circa 131.216 unità con un numero medio di componenti per famiglia (2,39) tra i più elevati in Italia (7° posto) e con una densità di popolazione (70,5 abitanti per kmq) notevolmente inferiore rispetto al dato nazionale (201,2 – quart’ultimo fra le 20 regioni). Numeri e statistiche alla mano, il Molise è a tutti gli effetti territorio privilegiato, tanto isolato quanto salubre, un laboratorio sperimentale per trasformare i deficit in vantaggi, l’isolamento in opportunità, la lentezza in attrattiva, la ‘non esistenza’ in veicolo di turismo, la non fortunata viabilità in particolarismo, la conformazione orografica in barriera anticontagio. E se è vero altresì che il futuro passerà per i Borghi (proprio mentre scrivo questo articolo, l’Associazione Borghi d’Italia chiede al governo un piano nazionale incentrato sul nostro tema), il Molise è ferrato anche in questo: ne possiede ben 136, spalmati diffusamente su tutto il territorio regionale.

In attesa che le Istituzioni governino questo processo, il dibattito si fa sostanza e abbraccia concretezza, perché è fondamentale non farsi trovare impreparati ed evitare che siano altri territori ad organizzarsi prima e meglio. Un’opportunità che non è di certo sfuggita a un gruppo nutrito di operatori privati del turismo molisano che hanno deciso strategicamente di federarsi per dare vita a una imponente iniziativa di marketing che racconterà alla nazione tutti i vantaggi del fare turismo in Molise in epoca post pandemia. La Federazione abbraccia specialisti del settore, influencer, blogger, tour operator, esperti di comunicazione e marketing e può contare già sul sostegno social di 100 mila follower. C’è massimo riserbo su questa operazione che ha indubbiamente anche una funzione didattica, di guida, governance dei processi e soprattutto di sostegno reciproco, fondamentale ora più che mai per gli operatori del turismo tra i più colpiti dalla pandemia. Il Molise ha tra le mani una opportunità irripetibile. Continueremo a scriverne.

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