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venerdì, Marzo 29, 2024

Adriano Galliani: “Cambiamo il format del Campionato di serie A”

SportAdriano Galliani: "Cambiamo il format del Campionato di serie A"

Durante gli ultimi giorni l’ipotesi avanzata dall’Amministratore Delegato del Monza, Adriano Galliani, sicuramente uno dei manager più influenti del calcio italiano, sta guadagnando sempre più adesioni. In sostanza l’ex Ad del Milan propone di adottare per due anni il modello Sudamericano, ovvero i campionati nell’anno solare. Il campionato 2020-21, ovvero la prossima stagione, deve partire nel febbraio 2021, stessa cosa per quella seguente 2021/2022. Poi magari si tornerà all’antico, ma il mondo del calcio potrebbe anche convincersi che è una buona soluzione. In estate, a luglio o agosto, giocando di sera, sarà bello vedere il calcio, più che in altri mesi, basti pensare a certe serate di coppa Italia a gennaio, soprattutto al nord. Un modo per favorire anche l’afflusso di pubblico sugli spalti.

La Fifa ha già spostato le date del Mondiale 2022 in Quatar a fine anno, la stessa sorte potrebbe toccare all’europeo nel 2021. Una misura utile a garantire la ripresa, bisogna tornare a giocare, per regolarità sportiva e anche per evitare un collasso del sistema calcio. Senza tornare a giocare, la Serie A perderebbe una cifra intorno ai 600 milioni, senza calcolare la quota che arriverebbe dai 400 milioni in ballo per le squadre in corsa nelle coppe europee. A pensarci è sicuramente una bella idea, che potrebbe davvero portare ad una soluzione senza fretta e senza ansie. Accogliamo quest’ipotesi come abbiamo fatto con altre avanzate, tutte sicuramente interessanti, ma questo virus, questa situazione che stiamo vivendo, ha bisogno di una rivisitazione di tanti, tantissimi ambiti della nostra vita. Il cambiamento porta innovazione ma anche dei rischi, dei rischi da correre per cercare di salvare tutta l’Italia. Staremo a vedere, si resta in attesa, intanto ci godiamo un momento di stop, un giorno di festa tra virgolette che può servire da riflessione ulteriore. Speriamo davvero di non ascoltare più le polemiche da parte dei presidenti e massimi vertici delle società di serie del nostro calcio, mossi da meri interessi sportivi ed economici a dispetto delle condizioni sanitarie. Da parte le polemiche, ora uniti bisogna ripartire.

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