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mercoledì, Aprile 24, 2024

Coronavirus a Isernia, d’Apollonio: “Ho fatto tutto quello che bisognava fare”

AttualitàCoronavirus a Isernia, d'Apollonio: "Ho fatto tutto quello che bisognava fare"

Con una lettera inviata stamattina, il sindaco di Isernia, Giacomo d’Apollonio, ha risposto ai tredici consiglieri comunali che nelle ultime ore gli hanno chiesto provvedimenti a tutela della salute pubblica.

«Nel leggere la richiesta delle SS. LL., mi sorge spontaneo un forte senso di disappunto e, perché no, anche di delusione, dal momento che da settimane sono impegnato in prima linea per dare il massimo contributo possibile per arginare il contagio del virus tra la nostra comunità, e solo per questo, e mi illudevo che i miei sforzi e la mia incessante attività non fossero passati inosservati. Richiamarmi ad “adottare immediatamente tutti i dovuti provvedimenti a tutela della salute pubblica, senza tentennamenti alcuni” mi appare del tutto ingeneroso. Iniziative ne ho prese, provvedimenti ne ho fatti, anche alcuni assai forti e perfino impopolari, a volte anticipando le disposizioni del Governo e se fino a tre giorni fa eravamo l’unico capoluogo di provincia in tutto il Paese esente da virus, qualcosa vorrà pur significare. Senza contare, poi, che l’unico caso accertato sin qui segnalato è “di importazione”, e dovuto esclusivamente ad un ricovero ospedaliero, anche se, naturalmente, la situazione è in continua evoluzione.
Di tutto ciò vado fiero. Non voglio ringraziamenti, perché sento di aver fatto e di continuare a fare il mio dovere, fino in fondo, con tutte le mie forze, ma richiami come quello pervenuto, per giunta ampiamente anticipato agli organi di stampa laddove non posso fare a meno di scorgere una sottile quanto bassa speculazione politica, proprio non penso di meritarli.
Ma andiamo con ordine. Definire il Sindaco quale “massima Autorità Sanitaria Locale”, come fatto dalle SS. LL., mi sembra quanto meno improprio; certamente è fuorviante e può dar luogo a malintesi ed equivoci che, in particolar modo in momenti di crisi e di profondo allarme nella cittadinanza, sarebbe opportuno evitare. Le competenze del Sindaco in materia sanitaria sono assolutamente concorrenti con altre Autorità e sono del tutto circoscritte. In tal senso, basta dare una veloce lettura all’articolo 32 della legge 23/12/78, n. 833, istitutiva del servizio sanitario nazionale, che, nell’indicare ed assegnare le funzioni di igiene e sanità pubblica, fa riferimento al Sindaco esclusivamente per ciò che riguarda le ordinanze contingibili e urgenti riguardanti il territorio comunale. Analoga attribuzione è fornita dall’articolo 50, comma 5, del TUEL 267/2000, secondo il quale il Sindaco, quale “rappresentante della comunità locale” (e non quale Autorità sanitaria!), può adottare ordinanze contingibili e urgenti in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica.
Di tali ordinanze, in questi ultimi giorni, ne ho adottate numerose, senza alcun tentennamento e, come ho detto, ben sapendo di andare incontro anche a critiche e proteste, avendo come unico fine la salvaguardia della salute pubblica.
Altre forme di intervento, soprattutto in un momento di estrema criticità e di inevitabili confusioni operative come quello che purtroppo stiamo vivendo, mi sono precluse, o quanto meno vanno condivise con le altre Autorità che operano in campo sanitario. E’ il caso, questo, proprio della cosiddetta “quarantena”, invocata a gran voce dalle SS. LL., che fin dall’inizio dell’intensa attività procedimentale connessa al diffondersi del virus è stata appannaggio esclusivo degli organi regionali, in linea col ricordato articolo 50 del TUEL che, nei casi di provvedimenti di carattere sovra comunale, assegna la competenza allo Stato o alle Regioni, in ragione della dimensione dell’emergenza che non è certamente solo locale. Ne è lampante prova il fatto che l’ordinanza del Ministro della salute del 21 febbraio 2020 rimetteva la disposizione della quarantena alla competenza della “Autorità sanitaria territoriale”, e che la conseguente ordinanza del Presidente della Regione Molise n. 2 del 26/2/20 individuava tale competenza in capo all’”operatore di sanità pubblica” e/o ai “servizi di sanità pubblica”, con ciò escludendo qualsiasi competenza diretta del Sindaco.
Certo, potrei prendere in considerazione l’ipotesi di adottare comunque una ordinanza, ai sensi delle disposizioni sopra citate, a seguito dell’episodio, unico finora in Città, accaduto presso l’ospedale “Veneziale”. Ma anche qui sono stato tutt’altro che inerte ed ho immediatamente assunto contatti con il Direttore generale della ASREM, il quale mi ha garantito che nessun soggetto, al di fuori del personale sanitario, era entrato in contatto col paziente affetto dal virus, di cui peraltro non mi sono note le generalità ma solo la provenienza da un paese dell’hinterland isernino. Quindi, a chi potrei mai rivolgere la mia ordinanza? Non certo agli operatori sanitari, che, ai sensi dell’articolo 7 del d.l. 9/3/20, n. 14, non sono soggetti a quarantena ma solo a sorveglianza, né tanto meno ai conviventi della paziente, che non risiedono ad Isernia. Cosa mai mi si vuole imputare, quindi?
E cosa dire dell’episodio presso la “Neuromed”? Di certo, non posso in alcun modo intervenire al di fuori delle mie competenze territoriali! Ciò che posso fare, e che ho fatto con un pubblico avviso, è invitare tutti i nostri concittadini che in questi ultimi giorni in qualche modo hanno avuto contatti con la Neuromed a segnalarsi presso le competenti strutture sanitarie regionali, al fine di ottenere indicazioni sui comportamenti da tenere oltre, ovviamente, a richiedere con forza alle autorità regionali e ASREM interventi urgentissimi volti a contenere il contagio anche con il prelievo di tamponi su tutte le persone coinvolte, con richiesta dell’elenco dei soggetti che vivono o che hanno un qualsivoglia contatto con il nostro territorio. Qualora dal censimento disposto e dalle conseguenti indicazioni della ASREM dovessero emergere situazioni di pericolo, valuterò con urgenza ulteriori provvedimenti, che al momento cadrebbero nel vuoto, senza destinatari individuati.
E’ vero che, probabilmente, anche nella nostra Regione non sono stati adottati protocolli univoci, ma non può sfuggire alle SS. LL., che i provvedimenti riguardanti gli ospedali di Termoli e di Agnone, a quanto mi risulta, sono stati adottati dalla ASREM e non certo dai Sindaci.
Comunque, e solo per rassicurare le SS. LL., ritengo doveroso segnalare che il Direttore generale della ASREM mi ha assicurato che tutti i locali “a rischio” del nostro ospedale cittadino sono stati adeguatamente e tempestivamente disinfettati e che la situazione è complessivamente sotto controllo e l’operatività garantita. In proposito ho comunque richiesto formalmente e con urgenza una dettagliata relazione in merito a quanto avvenuto.
Non ho la presunzione di aver fugato tutti i vostri dubbi, che mi sono stati scaraventati addosso con inaudita violenza e con profonda ingenerosità. Penso, tuttavia, di aver fornito un quadro ampio e complessivo della difficile situazione, nella quale tutti quanti, con responsabilità e spirito di reale collaborazione, dovremmo camminare all’unisono, senza sterili polemiche”.

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