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venerdì, Aprile 26, 2024

#iorestoacasa: la Locomotiva, cooperativa del consorzio Cli, sul Corriere della Sera

Attualità#iorestoacasa: la Locomotiva, cooperativa del consorzio Cli, sul Corriere della Sera
#Iorestoacasa, in Italia ci sono 50 mila senza tetto: e loro come fanno?
Quella degli homeless è una categoria esclusa dalle misure di prevenzione sanitaria per la pandemia di Covid-19. Il caso degli ospiti del dormitorio «La Palma» a Napoli: la notte sotto un tetto, ma il giorno devono uscire e sono fuori.
Questi il titolo e il sommario di una inchiesta del Corriere della Sera, realizzata dalla giornalista Amalia De Simone, che ha raccontato la storia quotidiana dei senza tetto napoletani e della cooperativa La Locomotiva aderente al Consorzio Libere Imprese, Cli, che li assiste. Ma leggiamo la storia ben raccontata sul Corriere dalla De Simone:
La fila per accedere al dormitorio «La palma» a Napoli, attraversa parte del rione Sanità. «Noi li accogliamo, li facciamo disinfettare, lavare e cambiare e chi vuole può anche cenare – Spiega Danilo Tuccillo (nella foto), presidente della cooperativa la Locomotiva, che gestisce il dormitorio – poi però la mattina devono andare via e a quel punto saranno per strada per tutta la giornata e, ovviamente, la conseguenza è che il rischio contagio aumenta per tutti. Noi non abbiamo avuto alcuna indicazione dalle istituzioni per quanto riguarda un eventuale gestione dell’emergenza: per esempio non sapremmo come fare per approntare una quarantena, inoltre i volontari che ogni sera vengono a darci una mano, con le nuove disposizioni non possono muoversi. Anche il nostro piccolo bus che accoglierebbe nove persone, ora fa più viaggi portandone non più di quattro. È un servizio importante perché per arrivare qui bisogna fare una salita molto ripida e non tutti ce la fanno perché ci sono tanti anziani». In tutto a «La palma» arrivano un centinaio di persone la maggior parte tra i 35 e i 55 anni, ma ci sono anche tanti giovani e anziani. Alle otto del mattino c’è una signora anziana che ha difficoltà a camminare che si trattiene fuori al portone del dormitorio per sorseggiare il suo caffè. Ora dove vai? – le chiedo. «Su una panchina e lascio che passi il tempo». E il coronavirus? Sai che dovresti stare a casa? «Ma io una casa non ce l’ho. Che devo fare? Non c’è soluzione». Sono storie in bilico tra il dramma e la poesia. Rosaria è più giovane e mentre lascia la struttura, con un sorriso dice che va a farsi una passeggiata a Mergellina. Alcuni di loro sono redattori e venditori del periodico “Scarp de Tennis”. «I guadagni della vendita del giornale è una piccola fonte di reddito per i senzatetto – spiega Laura Guerra, che coordina la redazione napoletana – purtroppo però abbiamo dovuto chiudere e quindi a loro mancherà anche questo tipo di sostentamento». Luciano dell’Isola ha 50 anni, è uno dei venditori. Ha perso lavoro e genitori e da tempo vive in strada. «La pandemia ci spaventa ma cerchiamo di fare il possibile per tutelarci e tutelare anche gli altri. Per esempio io evito i luoghi affollati e quindi pur dovendo girovagare tutto il giorno, cerco di trovarmi dei posti in cui non c’è tanta gente. Il problema di questi giorni è che hanno chiuso anche le mense e quindi ci danno giusto i cestini ma non possono accoglierci nei locali. E’ una situazione difficile per le persone anziane che soffrono il freddo e per quelle che non accedono ai dormitori e sono costrette a dormire per strada. Noi siamo gli ultimi e restiamo anche in condizioni di emergenza invisibili».

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