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giovedì, Marzo 28, 2024

Misure di sicurezza per il coronavirus nei Centri d’Ascolto della Caritas Diocesana di Trivento

EvidenzaMisure di sicurezza per il coronavirus nei Centri d’Ascolto della Caritas Diocesana di Trivento

Il direttore della Caritas trignina, don Alberto Conti, ha diramato una nota per fare fronte all’emergenza coronavirus. “In questa dolorosa situazione di diffusione del Coronavirus – scrive il direttore – si comunica che, salvaguardando la salute degli operatori dei Centri d’Ascolto,  continuerà a garantire, nel limite del possibile e rispettando rigorosamente le disposizioni emanate dalle autorità governative e sanitarie, i servizi essenziali alle persone in difficoltà”. Il virus si trasmette soprattutto da persona a persona, per questo si chiede agli utenti di rispettare quanto segue: prima di recarsi ai Centri d’Ascolto di Trivento e Agnone, telefonare per fissare un appuntamento. Nella sala d’attesa dei Centri d’Ascolto l’accesso è regolato dagli operatori e può entrare solo una persona per volta. Inoltre, si chiede il rispetto assoluto delle norme igieniche e si invita tutti ad essere responsabili per tutelare la propria salute e quella di tutti. La Caritas Diocesana rimane a disposizione, per qualsiasi chiarimento, telefonando al numero: 0874/873230 dal lunedì al venerdì e al 0865.77272 il mercoledì. Seguendo le indicazioni della Caritas Italiana, non  “possono essere trascurati i “nuovi” bisognosi di oggi e, inevitabilmente, di domani, e anche chi viveva già situazioni di difficoltà e vede peggiorare la propria condizione: gli anziani spesso soli con le loro paure, le famiglie che si devono far carico dei figli che non possono frequentare le scuole, i lavoratori lasciati a casa con preoccupanti prospettive per il futuro, i rifugiati, i detenuti, gli ammalati. “Con queste parole di speranza continuiamo – chiude la nota di don Alberto Conti – con senso di responsabilità,  il nostro impegno di vicinanza a tutte le persone in difficoltà nella nostra diocesi, senza dimenticare i più poveri,  i migranti, tra cui molti bambini e donne, in fuga dalla guerra e stipati al confine tra Grecia e Turchia”.

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