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venerdì, Aprile 26, 2024

Consiglio regionale, iniziato il dibattito su Piano Sociale Regionale 2020-2022

AttualitàConsiglio regionale, iniziato il dibattito su Piano Sociale Regionale 2020-2022

Si è riunito il Consiglio Regionale dopo i lavori del Tavolo permanente per il Coronavirus istituito presso la Presidenza del Consiglio regionale. In apertura il Presidente Micone ha rivolto, a nome di tutta l’Assemblea , un ringraziamento a tutti coloro in quali, nelle strutture sanitarie, di protezione civile e di pubblica sicurezza, come in ogni altro ambiente pubblico e privato, operano ogni giorno con abnegazione e disponibilità per contenere il rischio contagio Coronavirus , per proteggere e rassicurare i cittadini. “A ciascuno – ha detto- non mancherà il supporto istituzionale e politico, oltre che se ce ne sarà bisogno, legislativo ed amministrativo, dell’intera Assise consiliare regionale”.
Con la relazione di presentazione del Presidente della IV Commissione, Filomena Calenda, l’Assemblea ha iniziato l’esame del “Piano Sociale regionale 2020-2022”, presentato dalla Giunta regionale. Nel dibattito che è seguito all’illustrazione sono intervenuti per esprimere le rispettive posizioni politiche i Consiglieri Facciolla, Cefaratti, Primiani, Matteo, Manzo, Di Lucente, Fanelli, Romagnuolo A, Greco e l’Assessore alle politiche sociali Mazzuto. A sintesi del dibattito ingenerato sull’argomento, sono stati quindi presentati tre ordini del giorno collegati all’argomento in discussione che verranno presentati e votati successivamente al Piano.

“Se è vero che l’unico investimento davvero utile alla società è quello sulla solidarietà – ha detto la consigliera del Pd Micaela Fanelli – è altrettanto vero che la Regione Molise ha impegnato davvero pochi fondi, poche energie, poca voglia di migliorare il nuovo Piano Sociale Regionale, che resta un documento poco innovativo, senz’anima e poco impattante sul territorio. Oggi, nella discussione in Aula per la sua approvazione, non solo dalle minoranze è stata denunciata l’assenza di attenzione, coraggio, capacità di risolvere criticità ed avanzare proposte serie e concrete da parte di Toma e Mazzuto, ma soprattutto lo hanno fatto diversi colleghi di maggioranza, delineando una vera Waterloo della Giunta di centrodestra”.

Secondo Fanelli, ancora una volta è apparso lampante che se il sistema sociale molisano continua a reggere, lo si deve solo e soltanto all’abnegazione di tutti gli operatori coinvolti. Precari, mal pagati, niente affatto considerati. “Solo a loro – ha continuato la consigliera del Pd – va il mio personale e sentito ringraziamento, che per nove anni ho guidato il Piano sociale del Fortore e Matese e ho toccato con mano i problemi e il valore di queste persone. Cosi come i tecnici dell’assessorato regionale, che hanno sempre svolto seriamente il proprio lavoro. Perché sul tema dei temi, le politiche sociali, l’esecutivo regionale si è dimostrato, anche questa volta, lontano, incapace, insensibile. Eppure, il sociale è lo statuto fondativo del nostro stare insieme. Eppure, Toma e la sua Giunta lo considerano e lo relegano all’ultimo punto degli interessi della Regione Molise.”

“Se c’è qualcosa di salvabile, questo – ha detto ancora la consigliera regionale del Pd – va ascritto alla continuità delle azioni contenute nel precedente Piano Sociale nel garantire diversi servizi essenziali, soprattutto per anziani e disabili.Perché, per il resto, manca completamente la parte di innovazione, non è stato dato seguito a nessuna concertazione, non sono stati presi in considerazione i contributi offerti dai soggetti interessati, ascoltati sì in Commissione, ma senza alcuna traccia nel piano. Si rileva il fabbisogno ma non si pone rimedio, non si prospettano soluzioni, generando solo una contraddizione interna e strutturale del piano stesso, che non parla con nessun altro settore, con nessun altro documento strategico regionale. Un Piano ‘solo e non integrato’, solitario come l’Assessore Mazzuto e il Presidente Toma, che non sono riusciti a far dialogare l’atto principe del sociale con il DEFR, il Piano Strategico del Turismo, il Piano dello Sport integrato, l’Agricoltura, le infrastrutture, tutto il mondo del Lavoro. Per non parlare della doverosa integrazione socio-sanitaria, una chimera per questa regione! Nessun coordinamento, né interno né esterno. Nessun accenno al pilastro sociale europeo e alla nuova programmazione comunitaria”.
Per la Fanelli non si può fare finta di niente nemmeno e soprattutto sull’assenza di risorse, il punto più doloroso.
“Solo un milione e seicentomila euro, – ha dichiarato riportando le parole dell’Assessore – a fronte dei 13,8 milioni appostati ogni anno. “Cioè, non stiamo investendo niente. E, purtroppo, è del tutto evidente.
Quali sono, allora – ha rimarcato – le proposte del Gruppo Consiliare del Partito Democratico per tentare di invertire la rotta? Lo abbiamo scritto e proposto nel nostro ordine del giorno: torniamo in Commissione e riscriviamo il Piano. Miglioriamolo sulla scorta dei contributi proposti dagli operatori, attivando una vera e proficua concertazione e non solo un ascolto senza conseguenze, senza soluzioni concrete e perseguibili.
Impegniamo quindi più risorse finanziarie, assumendo fin da ora le poste nel prossimo bilancio regionale. Prevediamo la possibilità di anticipazioni da parte della Regione e di Finmolise, un fondo di garanzia per gli Ambiti sociali per coprire i mancati versamenti da parte di Comuni e le possibili emergenze, un meccanismo di bilancio diverso per il Fondo di Solidarietà Comunale che non può condizionare i bilanci degli enti comunali capofila, di fatto ingessandoli”.
Soprattutto – ha sottolineato nell’articolato intervento – andiamo a Roma e in Europa con una rinnovata capacità di innovazione, proposta, capacità di intercettare i bisogni e risolvere i problemi. Il Molise è il coordinatore delle regioni a Bruxelles e non presenta alcune soluzione nuova? Sfidiamoli sul caregiver, la proposta che il PD ha depositato come contributo (una PDL specifica che richiede immediata approvazione)”.

Fanelli ha concluso spiegando che sono quattro i metodi per risolvere le lacune: nuove proposte di merito in Commissione con migliore concertazione; più risorse regionali; regole di accompagnamento che rendano gestibili finanziariamente e operativamente gli ambiti; nuove idee da e verso Roma e Bruxelles.
Anche sulla nuova emergenza Coronavirus, una innovativa gestione per gli anziani venga immaginata da subito.
“Se avremo bisogno di supporto – ha concluso la consigliera del Pd – bisogna impostarlo da subito: si attivino immediatamente i Comuni e gli Ambiti che possono essere efficacemente organizzati per supportare la situazione di temporanea richiesta di riduzione delle interazioni fra persone. Se agli anziani chiederemo prudenzialmente di restare a casa, quanti ce ne saranno che andranno accuditi? Mi auguro ovviamente che non succederà, ma ancora una volta una regia unica, soprattutto sul tema socio-sanitario, non può essere più rinviata”.

Da registrare anche la posizione del Movimento 5 stelle sul tema Piano Sociale regionale. I pentastellati hanno parlato di “consueto teatrino della maggioranza che sta utilizzano anche questo argomento per portare avanti l’infinita resa di conti interna alla coalizione. Un ‘tutti contro tutti’ – hanno detto i consiglieri 5 Stelle – che ha costretto il presidente del Consiglio regionale a sospendere e rinviare di due settimane il dibattito su un documento fondamentale per migliaia di cittadini. Questo comportamento è inconcepibile e, soprattutto, è una offesa ai molisani maggiormente in difficoltà. Invece di fare programmazione seria, tutti sparano a zero a favore di telecamera salvo poi abbassare le orecchie ogni qualvolta si paventa l’interruzione della legislatura. Insomma, la Giunta è ferma perché ostaggio di sé stessa e della coalizione che l’appoggia. Come dicevamo, il Piano ne è un esempio lampante”.
Secondo Greco, Manzo, Fontana, De Chirico, Primiani e Nola, quello giunto in Aula è un documento giunto in ritardo e che non recepisce gli input degli Ambiti territoriali sociali.
“Nel Piano – hanno dichiarato – manca la necessaria integrazione in tutti i settori, ad esempio quella con le politiche agricole, senza la quale non si può attuare la tanto decantata programmazione integrata prevedendo uno sviluppo rurale di carattere sociale.
Nel Piano non vi è neanche alcun riferimento alla Strategia nazionale delle aree interne, che tra le tante cose supporta la cosiddetta ‘mobilità a chiamata’ per gli anziani disabili. Non vi è alcun riferimento al Piano regionale dello sport, non vi è alcun riferimento ai minori e non sono previste risorse in merito. Manca, inoltre, l’integrazione socio-sanitaria, come segnalato sia in IV Commissione sia dal Tavolo del partenariato.
Ma anche il metodo è da contestare”.
Per i pentastellati a Palazzo D’Aimmo il Piano è stato inviato per le valutazioni ad agosto 2019, quindi la Commissione ha lavorato con ritardo impedendo ai componenti di entrare nel merito dei contenuti. “Inoltre – hanno aggiunto – è mancato il tempo di consultare gli Ambiti sociali che pure avevano sollevato preoccupazioni. Un esempio per tutti: l’Ambito di Agnone ha messo nero su bianco un “servizio assistenza sociale disabili inefficace e inefficiente”. Ma il dibattito in Commissione è stato bloccato. Il Piano, poi, è privo degli indicatori di verifica, quindi mancano gli obbiettivi da raggiungere e non prevede risorse per i minori ospiti dei presidi residenziali: a fine 2018 erano 164, tutti a carico dei Comuni.
A questo aggiungiamo un Fondo per la non autosufficienza inadeguato a rispondere ai reali bisogni dei cittadini. Riteniamo inadeguati i fondi tanto per i disabili quanto per gli anziani”.
I Consiglieri regionali dei 5 stelle hanno detto che ci sono altri aspetti da considerare, come quelle che la Regione ancora non si è dotata di una Consulta per le Politiche sociali. “Inoltre – hanno concluso – sembra sparita nel nulla la gara da 50 milioni di euro per l’affidamento dei servizi di assistenza domiciliare integrata. Intanto i Comuni sono in attesa di attuare i programmi, gli affidamenti stanno scadendo e tanti molisani rischiano di restare senza i servizi territoriali minimi, ma dovranno attendere ancora. Il tutto, a causa delle lotte interne alla maggioranza”.

Il Consiglio continuerà l’esame del provvedimento nella seduta del 17 marzo prossimo.

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