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giovedì, Aprile 25, 2024

No al nuovo processo per don Marino: il Gip archivia i fatti commessi dai 14 ai 17 anni di Giada

CronacaNo al nuovo processo per don Marino: il Gip archivia i fatti commessi dai 14 ai 17 anni di Giada

Non ci sarà un nuovo processo per don Marino Genova, il parroco di Portocannone già condannato per abusi su una ragazza minorenne, Giada Vitale. Il Gip del Tribunale di Larino, Rosaria Vecchi, non ha accolto l’opposizione all’archiviazione decisa dal pubblico ministero per i fatti successi dai 14 ai 17 anni di Giada. La posizione di Don Marino era stata stralciata dal primo processo in relazione a questo periodo, ma poi il pm Ilaria Toncini aveva deciso di riaprire il fascicolo, ritenendo invece in seguito di archiviarlo di nuovo. Il difensore della ragazza, l’avvocato Giuseppe D’Urbano, aveva presentato opposizione nell’udienza del 3 febbraio scorso, ritenendo assurdo che Giada solo per aver raggiunto i quattordici anni potesse essere più consapevole e quindi consenziente. Ma il tribunale non ha accolto l’istanza. L’avvocato ora sta valutando se impugnare la decisione del giudice Vecchi, mentre Giada invece ha affidato a un post su Facebook tutta la sua amarezza: “Una piccolissima parte di me credeva profondamente che il Gip questa volta avesse deciso in scienza e in coscienza, ma questo non è accaduto” ha scritto, aggiungendo che evidentemente “don Marino doveva essere salvato”. Va ricordato che per i reati commessi prima del raggiungimento dei 14 anni, don Marino è stato condannato in primo grado a sei anni di reclusione, ridotti poi a 4 anni e 10 mesi in Appello. La Corte di Campobasso aveva accolto la tesi difensiva del sacerdote, che aveva sollevato le attenuanti di minore gravità sostenendo che gli atti sessuali non fossero stati completi. Don Marino è stato comunque ritenuto colpevole di abusi fisici e psicologici nei confronti di un’adolescente. Ora per questa parte di processo le parti sono in attesa del terzo grado di giudizio. La Procura Generale ha fatto ricorso in Cassazione contro la concessione dell’attenuante, così come anche il difensore di don Marino, che si è opposto alla sentenza stessa.

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