Ha 16 anni, si chiama Francesca ed è arrivata in Italia con la mamma, Maria Josè, che dal Molise è andata a prenderla a Maracay, in Venezuela. Per la giovane si aprono le porte di una nuova vita, più sicura e con un futuro diverso da quello che potrebbe avere in un paese dove l’instabilità è all’ordine del giorno, nell’inferno della paura, di una crisi economica spaventosa e di un luogo di violenza che ha visto assassinare quattro molisani recentemente.
Ad annunciare la notizia e a dare il benvenuto a Francesca, i volontari del Comitato Molise Pro-Venezuela e Argentina, e dell’Associazione “Giuseppe Tedeschi”.
Il nonno della ragazza era di Sant’Omero in Provincia di Sant’Omero in Provincia di Teramo. La vicenda, però, dell’arrivo di Francesca non è stata semplice.
I volontari dell’Associazione “Giuseppe Tedeschi” erano stati allertati che Maria Josè e Francesca erano state bloccate all’aeroporto di Fiumicino in base alle norme più restrittive sull’immigrazione, e con una decisione immediata era stato disposto il loro rimpatrio in Venezuela col volo delle 19.00 Roma-Istanbul-Caracas.
Nel giro di poche ore i volontari del Comitato Molise Pro-Venezuela/Argentina hanno però risolto gli inconvenienti.
Sono stati attimi di concitazioni con telefonate e messaggi che correvano da Molise, Basilicata e Lazio verso la Svizzera e il Venezuela, in più occasioni si è temuto di non farcela e di non riuscire ad agire con efficacia in un lasso temporale così breve, ma alla fine, alle 18.50, grazie al Ministero degli Esteri e grazie al Ministero degli Interni che hanno accolto l’appello accorato dei volontari dell’Associazione “Giuseppe Tedeschi” di Campobasso la vicenda si è sbloccata, Maria Josè ha fatto richiesta di asilo politico, non è salita sull’aereo già pronto per riportarla in Venezuela, ed è riuscita a varcare la frontiera facendo conoscere a Francesca i tumulti e le contraddizioni dell’Italia.
Le due donne, alla fine, sono arrivate nel piccolo borgo molisano alle falde del Matese nella Valle del Tammaro.
Di red 7