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venerdì, Aprile 19, 2024

Si cerca la verità su Vicky: ascoltato in Procura il compagno. C’è attesa per l’autopsia e per le verifiche sull’auto

AperturaSi cerca la verità su Vicky: ascoltato in Procura il compagno. C'è attesa per l'autopsia e per le verifiche sull'auto

Nel giorno in cui l’auto e il corpo di Victorine Bucci sono stati ripescati dal mare, in Procura è stato convocato il suo compagno di Termoli insieme al fratello. Gli ultimi ad averla vista in vita. L’interrogatorio è durato due ore ed è stato svolto dal procuratore capo Isabella Ginefra insieme al pm titolare del caso Marianna Meo. Secondo la ricostruzione Vicky avrebbe lasciato la casa di Rio Vivo del compagno, intorno alle 5,30 del 18 dicembre subito dopo l’uomo, uscito a comprare le sigarette. I due fratelli sono stati ascoltati come persone informate sui fatti, non sono indagati. Come conferma il loro avvocato Ruggiero Romanazzi, che ha fatto sapere che i due hanno fornito una ricostruzione più ampia che potrebbe essere utile alle indagini. “La notizia della morte di Victorine è stato un colpo per il compagno. Lui era convinto che lei tornasse da un momento all’altro” ha aggiunto l’avvocato. Gli inquirenti ora sono al lavoro per rimettere insieme tutti i pezzi del misterioso caso. Se davvero Victorine è finita in mare quel 18 dicembre, quando un video di un circolo privato nautico, inquadra la sua auto prima delle 6 che entra al molo, allora la testimonianza di chi l’ha vista in vita alle 10,30 a questo punto vacilla. Vicky si era recata alla Asl di Termoli per chiedere la traduzione in inglese del referto medico del pronto soccorso dell’8 dicembre, quando era stata picchiata dal compagno, senza però denunciarlo. Le serviva per fornirlo a una compagnia aerea, non è chiaro se per chiedere il rimborso di un biglietto o spostare la data di partenza. Forse non ci è andata il 18, ma il 17. E nella struttura sanitaria a quanto pare le telecamere, pure qui, non funzionano. Quindi la dipendente Asl potrebbe essersi sbagliata sul giorno. Il rebus da sciogliere per gli inquirenti si complica. “Mai come in questo caso ci affidiamo alla scienza” aveva commentato ieri il procuratore Isabella Ginefra, in attesa che l’esame sul corpo dica di più, così come quello sull’auto. Un consulente studierà in che modo l’auto si possa essere eventualmente spostata, se le correnti all’interno del porto possano aver giocato un ruolo. E capire poi il punto esatto in cui la Panda è caduta. Al molo sud, dove è stata ritrovata, nel punto in cui finisce l’asfalto gli scogli sono molto alti. Impossibile saltarli senza danneggiare la macchina, senza lasciare pezzi a terra. 

L’auto potrebbe anche essere caduta senza ostacoli dal molo nord ed essere poi stata trascinata dalle correnti e dal moto ondoso provocato dalle barche e dai traghetti per le Tremiti. Ma il 18 dicembre, il video in mano agli investigatori, riprende l’auto entrare proprio al molo sud, dove poi è stata ritrovata. Una vettura con il paraurti che non c’è più, ammaccata sulla parte anteriore come se si fosse scontrata con un muro. Il corpo di Vicky è stato trovato incastrato tra i due sedili anteriori, in posizione prona, con le gambe verso il parabrezza, un tentativo forse di sfondarlo e provare a salvarsi? O invece quando è finita in acqua era già morta? L’autopsia sarà fondamentale e si effettuerà la prossima settimana. E’ stata affidata al professor Francesco Introna, Direttore dell’Istituto di Medicina legale di Bari, una lunga esperienza alle spalle, ha fatto parte anche del collegio dei periti che hanno accertato le cause della morte di Stefano Cucchi. La Procura, con l’attenzione mediatica alle stelle degli ultimi giorni, si è di nuovo chiusa a riccio. “Non possiamo dire nulla, il caso è molto complesso, lasciateci lavorare” le ultime dichiarazioni.

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