Preannunciata da fulmini e tuoni scoppiettanti, un violenta perturbazione politica si è abbattuta sulla maggioranza di centrodestra in consiglio regionale. Una maggioranza trasversale composta da Lega, 5 Stelle e PD ha proposta una mozione politica di sfiducia a carico dell’assessore leghista Luigi Mazzuto. Le motivazioni di ordine amministrativo e i rilievi di icampacità gestionale mossi a Mazzuto sono in realtà il cavallo di Troia politico attraverso il quale disarcionare l’uomo voluto in Giunta direttamente da Matteo Salvini. La lega in Molise siamo noi, ha detto a chiare lettere la prima firmataria della mozione, Aida Romagnuolo. Sono e resto capogruppo in regione. La motivazione della levata di scudi è molto semplice: sono gli eletti a rappresentare il popolo e non le nomine cooptate da Roma.
Se per Romagnuolo e Calenda la sfiducia non è al Presidente Toma, per le opposizioni al completo, invece, si tratta di una vera e propria crisi politica della maggioranza a soli dieci mesi dal suo insediamento. Sulla stessa linea sia il partito democratico che il Movimento 5 Stelle
Il Presidente Toma, invece, getta acqua sul fuoco. Non esistono tecnicamente mozioni di sfiducia a carico degli assessori, che sono espressioni del presidente. Tuttavia, da parte del governatore vi è la consapevolezza di una fase delicata e della necessità di tenere da conto gli orientamenti del Consiglio.
La vicenda, tuttavia, si è sgonfiata strada facendo perché il Consiglio, alla fine, non si è espresso. E’ stata infatti bocciata l’iscrizione e l’immediata discussione della mozione. Per il momento resta tutto sospeso ma è chiaro che si tratta soltanto di una tregua.
Dalla Cattedrale di Trivento, “con la sua meravigliosa Cripta”, la diretta Rai della messa domenicale
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