Giuseppe Lombardozzi resta al suo posto, lo ha stabilito il Ministero degli Interni.
È Carmen Perrotta, dirigente del Viminale, che ha risposto alla richiesta di chiarimenti avanzata dallo stesso Lombardozzi, in merito alla retroattività dell’articolo 22 del nuovo Statuto Comunale, attraverso il quale è stato fissato a 30 mesi il mandato del Presidente del Consiglio Comunale di Isernia.
Una normativa che, secondo la gran parte dei consiglieri comunali di Isernia sarebbe stata applicabile già a partire da questa legislatura. Ma l’attuale presidente, per avere conferme sulla regolarità della loro pretesa, ha deciso di inviare il carteggio del nuovo statuto a Roma, per chiedere lumi sul da farsi. Anche perché sull’ipotesi di una possibile rielezione del nuovo Presidente del Consiglio già si era scatenata una vera e propria battaglia politica, con le varie anime del centrodestra, anche a livello regionale, pronte a dire la loro.
E ieri è arrivata la risposta dal Dicastero, firmata dalla dirgente Carmen Perrotta: la norma non può essere retroattiva, dunque, sarà valida solo a partire dalla prossima legislatura. Giuseppe Lombardozzi, dunque, per ora resta Presidente del Consiglio Comunale.
Potrebbe decadere da quella carica solo a seguito di una sua decisione personale, ovvero dovrebbe dimettersi, ma francamente sembra un’ipotesi assolutamente lontana dalla realtà. Ora bisognerà vedere quali saranno le reazioni dei gruppi che volevano sostituire Lombardozzi, può darsi che le loro ambizioni di visibilità si scaricheranno ora sul possibile allargamento della giunta comunale, attualmente a sette, che potrebbe arrivare fino a nove componenti. Ma d’Apollonio, su questo, era stato già chiaro, qualora si arrivasse a un allargamento dell’esecutivo, questo potrebbe avvenire solo a costo zero, ovvero, la spesa per le casse del comune non dovrà subire aumenti. Il costo di nove assessori dovrà essere uguale a quello di sette.
Decisivo il consiglio comunale di venerdì sera, lì si capirà che succederà a Isernia, se ci sarà un tagliando di metà mandato per la giunta, dopo che l’elezione di un nuovo presidente del consiglio è praticamente stata cancellata da Roma, pur se paradossalmente resta all’ordine del giorno dell’assise convocata per l’otto febbraio. Non è neanche escluso che il consiglio possa saltare, ne sapremo di più nelle prossime ore.