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martedì, Maggio 7, 2024

Tunisino morto di botte: barista condannato a 5 anni per omicidio preterintenzionale

AttualitàTunisino morto di botte: barista condannato a 5 anni per omicidio preterintenzionale

E’ arrivata una nuova sentenza per Rosario Renzetti, barista di Guglionesi accusato di aver provocato la morte in seguito al pestaggio di Saiffedine Chaffar, un tunisino che si era presentato nel suo bar per essere pagato per il lavoro svolto nei campi. Renzetti è stato condannato dalla Corte d’Assise d’Appello di Campobasso, dal collegio presieduto da Vincenzo Pupilella, a 5 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Pena concordata con il difensore Joe Mileti e ridotta rispetto al primo grado, quando il tribunale di Larino lo aveva condannato a sei anni e sei mesi e al pagamento di una provvisionale di 30mila euro. Renzetti dopo una condanna a due anni e 10 mesi con sentenza passata in giudicato per lesioni gravissime, nel 2015 è stato riprocessato con l’accusa di omicidio in seguito alla morte di Saiffedine, il ragazzo ridotto a un vegetale per le botte prese e che dopo otto anni di sofferenze, durante una crisi respiratoria più forte, è deceduto. I fatti risalgono al novembre del 2007 quando il giovane tunisino si recò nel bar per ricevere il compenso del lavoro svolto nelle campagne di Renzetti. Di fronte al rifuto il ragazzo preso dalla rabbia sferrò un calcio contro la vetrina del bar di viale Regina Margherita. In cambio ricevette botte a non finire che lo spedirono in coma con un’emorragia cerebrale che gli lasciò un gravissimo danno neurologico. Da quel momento per Saiffedine è iniziato un calvario e in alcuni momenti di lucidità aveva sempre detto che a picchiarlo erano stati in due. Nel bar era presente infatti anche il fratello di Rosario Renzetti, Michele, guardia penitenziaria, che dopo una prima condanna a sette anni, era stato poi assolto dalla Corte d’Appello.

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