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venerdì, Aprile 26, 2024

“Decreto sicurezza”, tra i dissidenti del Movimento 5 Stelle c’è anche Antonio Federico

Attualità"Decreto sicurezza", tra i dissidenti del Movimento 5 Stelle c'è anche Antonio Federico

C’è anche una manina molisana tra quelle dei 18 deputati che contestano alla Camera il Decreto Sicurezza così come scritto da Matteo Salvini e avallato da Luigi Di Maio. E’ la manina di Antonio Federico. Più che una manina, in realtà, è una manona, perché i diciotto dissidenti non solo contestano il merito del provvedimento, rispetto al quale hanno presentato otto emendamenti, ma si spingono oltre, sino a rimproverare, a Luigi Di Maio, capo assoluto dei penta stellati, la mancanza di collegialità nella assunzione dei provvedimenti e delle decisioni. E’ un dato di fatto che Di Maio giochi tutte le partite in solitaria, compreso questa, senza tenere in alcuna considerazione una pattuglia parlamentare che sta sempre di più puntando i piedi.

Pur coscienti del percorso che avrà il Decreto Sicurezza e Immigrazione e dei tavoli di trattativa che ci sono stati sul tema in fase di elaborazione, riteniamo – hanno scritto i componenti della fronda interna – che il testo che arriverà alla Camera abbia molte criticità che si rifletteranno pesantemente sulla vita dei cittadini. Un testo che non trova, in molte sue parti, presenza nel Contratto di Governo ed è, in parte, in contraddizione col programma elettorale del Movimento 5 Stelle. Siamo perfettamente a conoscenza di come questo decreto sia essenziale per la Lega e non è nostra intenzione complicare i già delicati equilibri di governo; non per questo però riteniamo di non dover esercitare il nostro diritto di parlamentari e di non lasciare una traccia chiara e precisa di quale sia la posizione del Movimento 5 Stelle su questo provvedimento.

Non ci arroghiamo il diritto di essere la voce del Movimento, sia chiaro. Ci sarebbe però piaciuto confrontarci – hanno concluso – in tempi e modi adeguati affinché una posizione condivisa emergesse. Purtroppo rileviamo una carenza di discussione interna che in molte sedi, anche ufficiali, tanti di noi hanno espresso”.

Alla luce anche di queste parole, appare evidente la distanza che separa il Movimento 5 Stelle dalla Lega. Qui però il tema potrebbe mettere in discussione la stessa sopravvivenza del Governo, con Di Maio che sostiene a spada tratta il provvedimento e la sua approvazione alla Camera senza modifiche (al Senato il testo è stato già votato) e i dissidenti che ne chiedono la trasformazione. Osservatore interessato di tutta la vicenda è Matteo Salvini che sul tema ha investito la faccia e il futuro di una Lega in forte crescita. La sicurezza è l’articolo principale venduto dalla ditta leghista, quello che, in pratica, ha determinato il sorpasso sugli alleati di governo. Adesso vedremo se sotto i diciotto asciugamani disposti alla Camera sarà Matteo Salvini a finire nella buca, oppure saranno Federico e compagni a rimanere sommersi dalla sabbia.

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