di ANNA MARIA DI MATTEO
Sono trascorsi oltre due anni da quando la biblioteca Albino, struttura che conserva un patrimonio culturale e storico dal valore inestimabile, ha chiuso i battenti. 2400 periodici, 130mila volumi, oltre a pergamene, opuscoli e raccolte di musica. La mancanza di risorse, il disinteresse della classe politica hanno portato la biblioteca in una sorta di limbo. Dal 2016 è partito l’iter per il trasferimento della biblioteca tra le competenze del Ministero per i beni culturali ma da allora nulla si è mosso, anzi se è possibile, la situazione è ulteriormente peggiorata. La struttura, tra le altre cose, deve essere sottoposta ad interventi di adeguamento e messa in sicurezza. E in tal senso, il ministero aveva assunto impegni ben precisi che al momento sono rimasti tali sulla carta. Il sindaco di Campobasso, Antonio Battista è tornato a sollecitare nuovamente il ministero, dopo la nota inviata lo scorso mese di agosto con la quale chiedeva l’intervento urgente per consentire la riapertura, in piena sicurezza della biblioteca. In quella occasione in sindaco non ha ricevuto alcuna risposta. Così Battista è tornato nuovamente alla carica, accusando il ministero di non aver rispettato gli impegni assunti e chiedendo un incontro con i rappresentanti del dicastero per conoscere le cause che hanno rallentato la riapertura della storica struttura. Una vicenda della quale si era occupato anche il Consiglio comunale di Campobasso dello scorso 19 giugno. In quella sede l’assemblea di palazzo San Giorgio aveva dato mandato al sindaco Battista di farsi portavoce delle istanze dell’amministrazione e dell’intera città affinché la struttura tornasse ad essere fruibile dalle centinaia di utenti che ogni giorno affollavano le sue stanze. Ora lì regna il silenzio, il buio, l’abbandono. E il rischio è che se il ministero non interverrà rapidamente, per la biblioteca Albino sarà la fine. Un altro pezzo della storia del Molise scomparirà tra l’indifferenza generale.