Sotto una pioggia battente, in un clima tipicamente autunnale, a Campobasso si sono svolte le celebrazioni per il centesimo anniversario della fine della prima guerra mondiale e il giorno dell’unità nazionale e delle forze armate. Autorità civili e militari, rappresentanti delle associazioni combattentistiche e dei partigiani, una classe degli alunni della primaria Montini hanno partecipato alla manifestazioni, Sotto tono a causa del maltempo.
Il corteo, partito da piazza Gabriele Pepe, ha attraversato corso Vittorio Emanuele per arrivare a piazza delle Repubblica, dove è stato reso omaggio ai caduti, con la deposizione delle corone di alloro. Il prefetto di Campobasso, Maria Guia Federico, ha letto il messaggio del presidente della Repubblica,Sergio Mattarella.
“Dopo la prima guerra mondiale nulla fu come prima – ha scritto il capo dello Stato – Il terribile conflitto che flagellò l’Europa per quatto anni, disgregò imperi e depose regnanti. Abbattè antichi confini, fece nascere nuove nazioni, cambiò radicalmente mentalità, consuetudini e linguaggi, ha ricordato il presidente.
Dal punto di vista economico, ha rilevato, “il primo conflitto mondiale distrusse economie, produsse lutti e devastazioni, fame e miseria. Sul piano geopolitico – ha aggiunto – le sue conseguenze, anzitutto i trattati di pace troppo duri, costituirono i presupposti per nuovi e ancor più tragici eventi in Europa e nel mondo. La prima guerra mondiale è un campo sterminato di ricerca, ci sono ancora capitoli da approfondire- ha aggiunto il capo dello Stato – Non dobbiamo avere paura della verità. Senza la verità, senza la ricerca storica la memoria sarebbe destinata a impallidire. E le celebrazioni rischierebbero di diventare un vano esercizio retorico”, ha concluso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.